Sarebbe il caso di chiamarlo “mea culpa”, così come ha fatto la rivista americana Foreign Policy presentando tre giorni fa per prima il documento. Si tratta di un “intelligence assessment” della CIA del gennaio 2006, dal titolo “Misreading Intentions: Iraq’s Reaction to Inspection Created Picture of Deception“. Un’analisi del contesto e delle cause che portarono la CIA al fallimento analitico sulle armi di distruzione di massa iraqene.
Il documento non contiene sostanziali novità (tra l’altro è pesantemente censurato) e conferma puntualmente quanto acclarato dalle commissioni d’inchiesta statunitensi e cioè che l’errore principale compiuto dagli analisti della Central Intelligence fu quello di valutare il comportamento della leadership iraqena con la forma mentis statunitense, un bias analitico che spinse la CIA ad inquadrare le informazioni sulle armi di distruzione di massa iraqene all’interno di un framework analitico già consolidato ma errato.
La novità del documento, di fatto un post-mortem, consiste proprio nel fatto che l’autore è la stessa CIA che riconosce il proprio fallimento.
Il documento è stato desecretato a seguito di una specifica richiesta del National Security Archive.
Misreading Intentions – Iraq’s Reaction to Inspections Created Picture of Deception – CIA