Qualche giorno fa la Frankfurter Allgemeine Zeitung (FAZ) ha dato notizia di uno studio “riservato” sugli scenari energetici internazionali realizzato dal BND, il Servizio d’intelligence estera della Germania.
In base a quanto scritto dalla FAZ, l’Intelligence tedesca ha valutato le conseguenze del futuro boom energetico americano, ovvero il previsto incremento nella produzione di greggio e gas negli Stati Uniti dovuto alle tecniche di fratturazione idraulica (fracking).
Secondo il BND la maggiore autonomia statunitense dagli storici Paesi produttori di energia – quelli del Golfo in primis – avrebbe conseguenze negative per la Cina la quale potrebbe sì aumentare la propria quota di importazione da tali Paesi ma, parallelamente, si troverebbe maggiormente dipendente dalla protezione delle linee di comunicazione marittime assicurata dagli Stati Uniti.
Tra i perdenti geopolitici vi sarebbe anche la Russia che, in conseguenza del calo nei prezzi delle materie prime, perderebbe quote di mercato.
Chissà quale potrebbe essere l’impatto sugli interessi nazionali italiani.
Ci vorrebbe proprio un Global Trends 2030 made in Italy…