Grazie ad autorevole segnalazione vi informo che è disponibile la trascrizione dell’audizione del nostro Ministro della Difesa del giorno 15.
Risulta evidente, leggendo il testo, il grave sbilanciamento dell’attuale modello di difesa (il 70% delle risorse destinato al personale, il 12% all’operatività, il 18% agli investimenti) nonché l’assoluta necessità di adeguarlo al nuovo contesto strategico rendendolo sostenibile ed efficiente, più in linea con il “benchmark” europeo (50% personale, 25% operatività, 25% investimenti).
Un aggiustamento che, nei programmi dell’attuale Ministro, richiederebbe una decina d’anni ed una conseguente “stabilità programmatica“.
I dati più recenti sono stati emessi al 12 gennaio 2012 dall’EDA (European Defense Agency), un ente terzo, europeo e indipendente. Sulle strutture di bilancio dei 27 Paesi dell’Unione, l’EDA dice che la media europea nel 2010 (anno cui viene fatto riferimento) del peso dei bilanci europei rispetto al PIL era dell’1,61 per cento. Il bilancio della funzione Difesa (cioè dei soldi che vanno alle Forze armate) per l’Italia, relativamente allo stesso dato, era esattamente dello 0,9 per cento. (…)
L’EDA riporta anche che la media europea della spesa del personale, rispetto al totale del bilancio della Difesa, è del 51 per cento; per l’Italia siamo arrivati al 70 per cento. La media europea delle spese d’investimento per militare è di 26.458 euro; per l’Italia, invece, è di 16.424 euro. (…) queste cifre ci dicono che il nostro strumento militare è ipertrofico dal punto di vista del dimensionamento e ipofinanziato dal punto di vista delle capacità operative. (…)
Qualsiasi struttura organizzata, in queste condizioni, se continuasse lungo questo trend, non potrebbe essere che destinata a consumare risorse senza produrre output, cioè le capacità operative. E l’output delle Forze armate, la loro ragion d’essere, è la loro operatività. Poiché nel contesto attuale, che ho descritto prima, non siamo in condizioni di ricapitalizzare lo strumento, e poiché non credo, né ho sentito, né è possibile pensare che vi siano altre risorse destinate alla funzione Difesa, l’unica soluzione per salvaguardare l’efficienza, l’operatività e le capacità operative è riportare in equilibrio lo strumento, in coerenza con le risorse disponibili, ridurre cioè le sue dimensioni strutturali, orientando lo strumento verso una condizione di sostenibilità e di efficacia operativa.
Audizione 15 Febbraio 2012 Ministro Difesa Di Paola – Revisione dello strumento militare
Qui lo stenografico della seconda parte dell’audizione.
Intervento chiarissimo.
Mi complimento.
R.
Mi aggrego.
Sottolineo un punto:
Silendo, non è che per caso hai/ci sono dati sulla c-mf…?
Dati? Non che io sappia
Silendo,
volevo fare una piccola considerazione e sentire un tuo parere su questa questione dell’ammodernamento e riforma delle Forze Armate.
Ormai da piu’ di un decennio si parla di riduzione quantitativa delle FF.AA, non solo in Italia ma in tutti i principali Paesi Occidentali, anche negli USA, a vantaggio di una maggiore qualita’ di uomini e mezzi. Si sostiene che e’ sempre piu’ necessario investire in sistemi d’arma di ultimissima generazione, ammodernando il modello di difesa riducendo gli effettivi e aumentando le capacita’ operative (investimenti, ammodernamento dei sistemi d’arma, addestramento, C4IEW, ecc..) tutto questo, si dice, per far fronte agli impegni internazionali ed alle missioni in teatro.
Tutto giusto e tutto bello, ma non credi che, ponendo tutta quest’enfasi su sistemi d’arma e tecnologia, si perda di vista che il fattore umano, il soldato che controlla il terreno, e’ necessario forse piu’ di prima. Missioni come il Kosovo, Afghanistan, Iraq, Libano, ci mostrano che alla fine il numero delle truppe presenti sul terreno e’ un fattore di primaria importanza nella stabilizzazione della cornice di sicurezza di aree post-conflittuali, e che spesso e volentieri le truppe non sono mai abbastanza. Petraeus docet! Gli USA, con questa teoria massima teconologia/minimo di truppe per anni non hanno riscosso successi nelle aree di crisi.
Ho paura che in tutta questa foga riformatrice (diminuzione di mezzi, uomini, artiglierie, ecc…) a favore di ultra sistemi d’arma tecnologici si perda un principio fondamentale, ovvero l’importanza del “fante” sul terreno per la riuscita di una missione.
Termino questo post con una domanda forse ironica: mi spiegate a cosa serve all’Italia una Portaerei da 1,3 mld di euro con un costo di 100.000 euro al giorno di mantenimento in porto e doppio in operazioni? Che Proiezione di potenza crede di poter fare l’Italia? Quali interessi strategici l’Italia deve difendere con la Cavour?(tra l’altro avete mai sentito qualcuno definire se e quali siano gli interessi strategici italiani?).
“IL” Cavour.
Chissà perché poi ce la prendiamo sempre con le navi.
Va bene: facciamo una flotta senza portaerei.
Anzi senza nemmeno gli incrociatori (ci stiamo arrivando, anche a questo) che costano molto anche loro .
Però facciamola magari snella e economica, senza cacciatorpedinieri e fregate.
Giusto un po’ di naviglio per le vacanze sottocosta e alla via così.
Anzi chiudiamo la Marina tanto a che ci serve?
Siamo (eravamo?) o non siamo già una immensa portaerei naturale?
Ma semmai riduciamo il numero di aerei, chiudiamo un paio di basi ottimizzando la distribuzione dei velivoli sul territorio. Gli F35 da 90 a 50.
Poi, già che uno c’è, rivediamo anche la rete dei distributori di benzina (beh… dopo tutta questa esperienza di revisione strategica, ci andiamo facile).
La conseguenza sarà che in due anni il rapporto tra le spese del personale e il resto da 70/30 passerà a 90/10.
Dimenticavo… tutti i soldi che risparmiamo sul bilancio della Difesa, li diamo al DIS per comprarci le contromisure anti c-mf (oltre che per assumere gli hacker migliori della terra).
Perchè è chiaro che serve sempre “più intelligence”…
:O

Giovanni…non arrabbiarti.
Ti prometto che il prossimo che declina al femminile una nave lo sbattiamo in gattabuia!!!
😉
R.
si scherza dai…
Carissimo, ma certo, ci mancherebbe!
D’altra parte scherzare ed essere poco serio è forse l’unica cosa in cui riesco davvero bene.
Ma sono certo che avete notizie affidabilissime – e da fonte sopraffina – su questo particolare aspetto del mio, ehmm…, profilo 😉
GIOVANNI!!!!!!!!!!!!!!!!! :O
;)))))
Tornando seri devi tenere conto che le navi e gli aerei sono i sistemi d’arma più costosi ed è inevitabile che si pensi di risparmiare tagliando loro e non altro.
Interrogarsi sulla loro utilità è giusto. Per me sono utili ma non è scontato che tutti la vedano come me e te
Ok dopo quest’intervento non richiesto torno a scomparire :))))
En.
Enrico carissimo,
il mio problema vero è che – nonostante il periodaccio – non riesco ad essere serio nemmeno quando dovrei… 😉 (a tal proposito mi dispiace che nessuno abbia richiamato la parte del mio post sulla rete di distributori di benzina :P) ma non posso farci nulla: i difetti, purtroppo, non mi mancano.
Comunque hai perfettamente ragione e sono assolutamente sul fatto che non è detto che altri debbano per forza pensarla come me (o noi). Ma è altrettanto vero che non è detto che io (o noi) debba pensarla (dobbiamo pensarla) come gli altri. Non sono in linea di massima contrario ad una dialettica forte, al confronto deciso (oddio, sembro un politico… :O) ma rispetto sempre la persona in quanto tale e soprattutto non muoio dalla voglia di giudicare chi la pensa diversamente da me.
Sull’argomento specifico (così come su tanti altri argomenti) non sono proprio un esperto, però sono convinto che le valutazioni (per forza di cosa “strategiche”, presumo…) sulla scelta, dimensionamento, progettazione e sulle opportunità di impiego di sistemi d’arma di simili “dimensioni”, debbano necessariamente essere informate (e da cittadino contribuente spero tanto che lo siano) ad una logica diversa dal “costa tanto, non si fa” (o non si usa)*. Questo da parte anche dei “comuni mortali” come me, come noi (escluso il Vate, ovvio ;)) che ne discutiamo, diciamo così, da “dilettanti”**.
Diversamente – appunto – mi sentirei capace anche io di fare il ministro, il sottosegretario o il capo di stato maggiore di forza armata, ecc., ecc..
Poi è ovvio che sia lecito porsi tutte le domande che ci paiono necessarie, oltre che aspettarsi risposte esaurienti e che – anche queste – non siano basate sul rovescio della prassi di cui sopra, ovvero sul “costa tanto, si fa e basta”.
Insomma la solita questione del “metodo”, ecco. Spero davvero di esser riuscito in qualche modo a spiegarmi.
Saluti cari a tutti
* http://www.disarmo.org/rete/a/31071.html
** questa la capiscono in pochi… 😉
Ciao Allegri, lo sapete, vero, che dovete dire una certa cosa a una certa persona, vero? 😀
Ciao Sissi :))
Dai, me l’hanno detto. Tu lo sai che non mi ero dimenticato, vero?
A.
Sse! Sse! Diciamo che non ti sei dimenticato. Sse!

V.
Eh infatti… 😀
Andreuccio, non stare ad ascoltare questi cattivoni…io ti credo, e lo so che puoi esserti dimenticato 😀
Ciao Sissi
😉
R.
Cioè, volevo dire che lo so che NON ti puoi essere dimenticato
Ciao Sissi. Come stai?
Tanino
Ciao RagaSSi,tutto bene?
Ciao Sissi. Tutto bene sì 😉 vedi? Andrea ancora è silenzioso e ci trascura. 😀 😀 😀
T.
Dai Andreuccio, non trascurarciiiiiiiiiiiiiii ;))
Siamo nelle tue maniiiiiiii!!!
Buonasera Sissi.
Nuntio vobis gaudium magnum, habemus Papam.
😀
R.
Ciao Anonimo. A dir la verità gli interessi strategici sono stati definiti varie volte
Ma capisco le tue perplessità.
Io direi che la componente aerea è fondamentale per il funzionamento di una Marina militare. Ma non sono un esperto navale e non vorrei dire sciocchezze.
Ritengo che, da un punto di vista più generale, la questione sia connessa al coordinamento delle nostre forze armate nel quadro delle alleanze in essere. Nato ed UE.
Roberto
Giovanni Nacci,
1) Ho articolato Cavour con “La” in quanto nave, e quindi femminile, avrei dovuto dire la Portaerei Cavour, contento?
2) La sua boria da marinaio offeso se la puo’ anche tenere, credevo che qui si facessero discussioni serie, ma vedo che e’ piu’ facile fare ironia spicciola ;
La questione non e’ di chiudere la Marina, ridurre il parco aereo, e tutte le altre cose che lei dice, il mio ragionamento parte da altri presupposti.
Si sostiene che il modello di difesa e’ insostenibile (vero), con una sproporzione troppo accentuata fra spese per il personale e operativita’ e investimenti (by the way il 50 – 25 – 25 e’ un obiettivo, ma in nessun paese si riesce veramente a ottenere). Per riequilibrare il modello si sostiene sia necessario ridurre il personale di 30-40 mila unita’, riducendo al contempo i mezzi, aumentandone pero’ la qualita’ e l’operativita’. E quindi meno uomini, navi, aerei, ecc.. ma migliori e di ultima generazione.
Partendo da questo punto, la mia critica e’ la seguente: secondo me si rischia, con questo approccio “technology driven”, di perdere di vista una cosa secondo me chiara, ovvero l’importanza sostanziale dei “numeri”, a mio avviso le Missioni all’estero, se qualcosa ci hanno insegnato, e’ che il controllo del terreno attraverso consistenti forze terrestri non puo’ essere sostituito da mezzi tecnologici di sorveglianza, supremazia aerea, SIGINT, ecc..Nel campo dell’intelligence, per fare un paragone, e’ la stessa cosa, negli ultimi anni si pone l’accento sul SIGINT e Cyberdefense a scapito dello HUMINT.. Per riprendere una battuta fatta da un professore gli 11 gruppi di portaerei americane servono poco nelle strade di Kabul.
Che ci sia bisogno di una ristrutturazione e’ chiaro, ed io non intendo negarlo. Ma perche’ non iniziare eliminando qualche struttura di comando complessa che, per FF.AA come le nostre, potrebbero essere superflue? Abbiamo SMD, SMA, SMM, SME, e poi il COI, e poi i Comandi di ogni FF.AA come COMFOTER, CINCINAV, e i vari Ispettorati Generali, le Regioni Militari, Il Comando di Roma Capitale, e poi le strutture del Segretariato Generale della Difesa e i suoi Dipartimenti, e poi il Ministero, ecc…con un numero di marescialli, colonnelli e generali assolutamente sproporzionato alle necessita’. Solo in Italia succede che si venga promossi e poi si resti a “disposizione”, negli USA, ad esempio, da Colonnello in poi la promozione si ha sulla base dell’incarico ricevuto. Ma lo sapete che le FF.AA Italiane hanno lo stesso numero di Ufficiali Generali/Ammiragli delle FF.AA Americane? Senza contare che ogni Flag Officer ha bisogno di una segreteria, assistenti, uffici, ecc..
La mia critica verso IL Cavour era semplicemente una constatazione della mancanza di capacita’ di analisi e definizione strategica del nostro Paese, ovvero definire quali sono interessi nazionali. Quale e’ l’area geopolitica di nostro interesse? e sulla base di questo di quali strumenti l’Italia deve dotarsi? Secondo me la spesa per IL Cavour e’ stata un errore, ma potrei benissimo sbagliarmi. L’enorme spesa per la costruzione e il mantenimento non vengono giustificati dalle esigenze operative.Il concetto dell’Italia come portaerei naturale, che tante sventure ci ha procurato durante la II G.M, oggi cambia in virtu’ proprio della tecnologia: se durante la II GM non avere portaerei (e soprattutto apparecchi radar) ci ha fortemente danneggiato, oggi credo che se anche non avessimo una portaerei nel mediterraneo cio’ non ci danneggerebbe piu’ di tanto. La domanda e’ quali sono gli interessi strategici che l’Italia ha bisogno di difendere con IL Cavour? Per caso abbiamo territori d’oltremare o interessi globali? Dove e perche’ abbiamo bisogno di proiettare la nostra potenza? e poi siamo una potenza? Per fargli fare qualcosa abbiamo dovuto mandarla ad Haiti a portare delle medicine!
Io credo che queste domande sia sacrosanto porsele, senza per questo essere tacciati di disfattismo o suscitare ira come se si fosse criticato qualcosa di santo ed intoccabile.
“Che ci sia bisogno di una ristrutturazione e’ chiaro, ed io non intendo negarlo. Ma perche’ non iniziare eliminando qualche struttura di comando complessa che, per FF.AA come le nostre, potrebbero essere superflue?”
Anonimo mi sembra che l’intervento del Ministro vada proprio in questa direzione.
Esimio Anonimo,
che io sia eccessivamente vanitoso era ormai chiaro (a me e ad altri) ormai da tempo.
Non capisco perchè lei si senta offeso (e sinceramente spero che non lo sia): ho usato la locuzione “ce la prendiamo” – e esagerato di proposito l’ “ironia spicciol” (ed era spicciola davvero) – proprio per includere tutto un contesto generale che approccia a queste materie in modo poco strategico (anzi poco serio).
Ho solo preso il “LA” dal suo post, ma non intendevo rispondere direttamente a lei e nemmeno includerla nell’insieme di cui sopra. Domando scusa se questo in qualche modo ha potuto offenderla.
Lei dice, ed è assolutamente vero, che qui si fanno discussioni serie.
Ma è chiaro che oltre alla vanità ho il difetto della banale ironia.
Chiedo scusa a tutti, anche per questo.
Saluti cari
(Vate, spero sia sufficiente come scuse… o no?)
:O Caro Gio’, mi metti in imbarazzo
😉
Per me non c’è mai stato alcun problema. Siamo tra persone adulte ed educate
Ciò mi basta e mi soddisfa.
Buongiorno Anonimo
Evidenzio questa parte del tuo post perchè credo che sia la parte centrale del tuo ragionamento. Se sbaglio ti prego di segnalarmelo.
Ho come evidenza solo queste dichiarazioni del Ministro e solo su queste posso farmi un’idea sulla possibile revisione del nostro modello di difesa.
Da quello che leggo ritengo che il programma esposto non vada in senso contrario a quanto da te sostenuto. Anzi, direi che lo scopo mi sembra essere proprio quello di rendere più operativo lo strumento, non sostituendo di certo i mezzi agli uomini.
Per cui ti chiedo: c’è qualche passaggio del discorso di Di Paola che ti fa dubitare?
Come forse saprai, se hai la sventura di leggere quello che scrivo da tempo in questo blog, sono da sempre molto critico riguardo alle capacità di analisi strategica del nostro amatissimo Paese. Devo dire però che, in linea generale, interessi ad aree di operatività militare sono stati individuati. Semmai il problema è quello di “tarare” correttamente lo strumento, tenendo conto di quello che sta avvenendo nel mondo negli ultimi tempi… 😉
Con ciò non voglio assolutamente dire che le tue perplessità non siano motivate. D’altronde non sei l’unico che si pone certe domande.
Gentili Signori,
“secondo me si rischia, con questo approccio “technology driven”, di perdere di vista una cosa secondo me chiara, ovvero l’importanza sostanziale dei “numeri”, a mio avviso le Missioni all’estero, se qualcosa ci hanno insegnato, e’ che il controllo del terreno attraverso consistenti forze terrestri non puo’ essere sostituito da mezzi tecnologici di sorveglianza, supremazia aerea, SIGINT, ecc..Nel campo dell’intelligence, per fare un paragone, e’ la stessa cosa, negli ultimi anni si pone l’accento sul SIGINT e Cyberdefense a scapito dello HUMINT..”
Faccio solo un esempio sull’utilizzo e il criterio che deve legare il rapporto uomo-tecnologia.
In Afghanistan (Base Demonios a Farah) un ampliamento della base assegnata all’Esercito Italiano, viene presidiato da personale di sorveglianza/guardia su “torrette” che sono costruite in alluminio con (pilastro, basetta, scala da miratore) con dimensioni tali per cui non è neanche possibile utilizzare un AR.. e invece gli Americani, che hanno la parte adiacente dell’accampamento usano un pallone aerostatico a 1000 ft. pieno zeppo di telecamere ultrasofisticate in funzione notte/giorno tutta la settimana tranne il mercoledì, quanto il pallone viene tirato giù per manutenzione e pulizia: ma in questo caso si usano le telecamere poste sull’ “occhio” un altissimo palo (oltre i 100 mt.), che comunque normalmente oera in combinazione con il pallone.
Gli americani prima hanno costruito delle torrette di guardia serie, con i blocchi di ghiaia e spazio a non finire, su quelle italiane c’è solo un telefono da chiamare in caso di avvistamenti, risponde il centro operativo americano, collegato con tutti i monitor delle varie CAM.
saluti,
E.S.
Se Silendo (e Linus) mi hanno perdonato (mi farò perdonare comunque , ormai ho preso questo impegno ma devo venir fuori da un paio di scadenze..sto per uscirne viva..forse)
devo troppo dirvi (a tutti voi commentatori di questo post) due cose:
a) vi adoro
b) per Anonimo ( “Secondo me la spesa per IL Cavour e’ stata un errore…..La domanda e’ quali sono gli interessi strategici che l’Italia ha bisogno di difendere con IL Cavour? Per caso abbiamo territori d’oltremare o interessi globali? Dove e perche’ abbiamo bisogno di proiettare la nostra potenza? e poi siamo una potenza?”), ho letto argomentazioni e discussioni molto simili a quelle (interessantissime) intercorse tra di voi in merito alle spese programmate per la marina iraniana su un blog credo più di un anno fa. uno sosteneva argomenti basati su una logica ed interrogativi molto simili a quelli di Anonimo, un altro in particolare ha dato una risposta cos’ sintetizzabile: “non ci può essere nessuna politica nuova e nessuna nuova capacità di proiezione senza gli strumenti adeguati” (poi concludeva ‘lurido figlio dello shah”..ma si sa, non bisogna badare ai pettegolezzi)..
evidentemente gli argomenti e le logiche umane sono senza confini su diversi campi
(per Teofilo: per me è molto interessante quello che hai scritto , grazie)
cosparsa di cenere, (mi sa a lungo..il mio stomaco però sta meglio, posso assicurartelo Silendo)
(S.)
poi concludeva ‘lurido figlio dello shah”..ma si sa, non bisogna badare ai pettegolezzi
ahahahahah
Salve, tanti saluti a Silendo ed ai frequntatori di questo Blog che seguo in maniera anonima da diverso tempo.
Vorrei chiedervi, perchè a me non è molto chiaro, se a parer vostro quando il Ministro della Difesa parla di 30.000 esuberi dà per scontato che la 4^ Forza Armata sia già stata sciolta ed i suoi effettivi già accorpati ala GendFor o al Ministero dell’Interno almeno a prestar fede alle voci che si fanno sempre più ricorrenti?
Buonasera Gigi
Ritengo che il ragionamento del Ministro riguardi la “funzione difesa”. Non credo, quindi, si dia per scontato lo scioglimento dell’Arma.
Ciao Gigi, al pari del nostro Padrone di Casa, sono dell’idea che le linee programmatiche del Ministro della Difesa, con riferimento alla riduzione degli organici del comparto, sia esclusivamente rivolta al personale dell’EI, MM ed AM (con particolare focus su quello EI) e, quindi, non a quello dell’Arma CC.
Aggiungo che, sebbene l’attuale Ministro stia rivolgendo particolare attenzione sul processo di ridimensionamento dello strumento militare, l’esigenza della riduzione di 30/40mila unità era già allo studio da molto tempo.
A conferma di ciò, il precedente governo aveva già inserito una norma nella legge di stabilità 2012 (l. 183/2011), che prevede il transito del personale militare non dirigente (fino al grado di Ten. Col. e gradi equivalenti, per intenderci) all’impiego civile in altre amministrazioni dello Stato.
Tale norma, la cui esecutività è vincolata ad un D.P.C.M. che dovrà definire le cc.dd. “tabelle di equiparazione” tra gradi militari e incarichi funzionali civili, è rivolta al personale EI, MM ed AM….e NON a quello Arma CC.
Per quanto concerne, infine, l’ipotesi “scioglimento” della Benemerita, ritengo che non sia fondata. Se poi vogliamo parlare di “ricollocazione” e “rifunzionalizzazione” dell’Arma….questo è un altro discorso ….;) Su quest’ultimo aspetto potrebbe, probabilmente, fornire qualche elemento in più un autorevole frequentatore del blog
Salve a tutti!!!
Vorrei contribuire a questo bel dibattito evidenziando l’intervista del Ministro Di Paola con Andrea Nativi, Direttore della Rivista Italiana Difesa. Ecco il link:
http://www.difesa.it/Sala_Stampa/rassegna_stampa_online/Pagine/PdfNavigator.aspx?d=28-02-2012&pdfIndex=7
Mi sembra che le intenzioni del Ministro siano proprio quelle auspicate da molti di voi, cito, “di ridurre sostanzialmente e quindi eliminare una molteplicità di comandi e di strutture, di tutte le filiere, distribuite sul territorio”. Mi permetto di aggiungere anche questa citazione del Ministro: “Non conosco altra funzione per le Forze Armate che quella di sviluppare un’effettiva capacità operativa. Uno strumento più piccolo, ma più efficiente, non necessariamente deve esprimere una capacità operativa inferiore a quella attuale”.
Vorrei aggiungere che sono perfettamente d’accordo con quanti hanno ribadito l’esigenza di migliorare la nostra capacità di analisi strategica. Esigenza tanto più impellente e necessaria per un Paese come l’Italia che è e vuole restare una potenza di medio livello che schiera 8200 militari in missioni all’estero ed è geograficamente contigua a tre polveriere geopolitiche: Penisola Balcanica, Nord Africa e Medio Oriente.
Pertanto mi sembra che aver speso tanto per la portaerei Cavour sia stato un investimento lungimirante. Ormai la portaerei Garibaldi è alla fine della sua attività operativa. Essa è entrata in servizio nel 1985 e dovrebbe essere dismessa nel 2018. In questi anni ha preso parte a missioni di combattimento in Kosovo, in Afghanistan e in Libia. Senza dimenticare il suo impiego in missioni estramemente delicate come la Somalia e il Libano. Queste considerazioni credo dimostrino che il Cavour potrà rivelarsi uno strumento altrettanto prezioso se sarà impiegato nell’ottica di una strategia di sicurezza nazionale efficiente e potrà essere uno strumento di supporto importante per le truppe schierate nel teatro operativo con la sua componenente aerea.
Caro STV Nacci, io auspico per il nostro strumento militare un approccio “Joint” e non solo incentrato sulla Marina, pur così fondamentale… Ma l’autoironia è uno strumento importante anche nelle Forze Armate e vorrei dirti che apprezzo molto la tua!!! 😉
Carissimo Sertorio!!!!
Chissà perchè ma ne ero certo…. 😀
Ciao Silendo, grazie per la simpatia, potresti dare un’occhiata qui http://www.carabinieri-unione.it/unac/news_detail.php?id_nw=1106
Se questa notizia è vera, e non ho motivi per dubitarne, in che modo verranno impiegati i Carabinieri nel nuovo Modello di Difesa?
Spero di aver solleticato in modo adeguato la discussione.
Saluti a tutti
Gigi, a mio avviso, la notizia da te linkata non ha fondamento.
Come già accennato in risposta alla tua precedente domanda, bisogna evitare di confondere le cose. Ritengo si stia facendo l’errore di far coincidere l’ipotesi di “scioglimento” con quella di “ricollocazione/riorganizzazione”.
Se si utilizza il termine “scioglimento”, si parla, in sostanza, di soppressione di una pubblica amministrazione con conseguente reimpiego del personale e delle altre risorse (mezzi, infrastrutture, etc.) presso altre pp.aa.. In altri termini, secondo questa ipotesi, l’Arma cesserebbe di esistere! Un esempio recente? L’INPDAP, ente previdenziale soppresso (“sciolto”) e confluito nell’INPS.
Se, invece, si parla di ridefinzione di competenze e dipendenza gerarchica e di riorganizzazione interna, si discute di un processo evolutivo e di ri-funzionalizzazione di una pubblica amministrazione che, comunque, continuerebbe ad esistere e perseguire i suoi compiti istituzionali. Nel caso dell’Arma CC, l’ipotesi più probabile ritengo sia proprio quest’ultima, con uno “sganciamento” della stessa dal comparto difesa e una dipendenza gerarchica dal Dipartimento di Pubblica Sicurezza del Ministero dell’Interno (da cui, già oggi, dipende funzionalmente per l’ordine e la sicurezza pubblica) ed una ridefinzione delle competenze (materie, attività, aree territoriali, etc.) . Un processo analogo è già avvenuto, ad esempio, in Francia ed ha interessato la Gendarmerie Nationale.
Sono sicuro che Armigero potrebbe fornirci qualche elemento in più… 😉
Gigi, a mio avviso, la notizia da te linkata non ha fondamento
Giusto.
R.
Grazie Barry del tuo contributo, e vorrei che a tutti i “foristi” fosse chiaro che il mio intervento non ha intenti provocatori – sono legato all’Arma per motivi “familiari” – solo che ad un non addetto ai lavori verrebbe da pensare che il futuro dell’Arma è quantomeno ad una svolta, ad uno sdoppiamento (se così si può dire) tra la funzione prettamente “militare” e quella di “polizia”. Con risvolti che credo avranno sicuramente delle ripercussioni sul nuovo Modello di Difesa. Nell’intervista a RID sopra riportata il Ministro Di Paola afferma che:…”la Difesa si batte per trasferire alle amministrazioni competenti oneri ed attività che non le competono.”.
Se ci sarà una ricollocazione/riorganizzazione dell’Amministrazione “Forza Armata Carabinieri” potrà forse voler dire che una parte entrerà a far parte di EuroGendFor, una parte come componente militare in funzione di tutela dell’Ordine Pubblico alle dipendenza del Ministero dell’Interno ed una parte alle dipendenze del Ministero della Difesa?
Perchè, vorrei ricordare a tutti gli amici presenti, EuroGendFor è attiva ed il trattato di Velsen è stato ratificato dall’Italia con la legge nr. 84 del 14.05.2010 e che il Governo si appresti a mettere mano alla Difesa è notorio quindi può far piacere o meno l’idea ma penso che ormai i tempi siano maturi per una seria discussione. Un saluto a tutti
Buongiorno Gigi.

Credo che nessuno abbia frainteso il senso del tuo intervento.
R.
Di “riordino” dell’Arma, all’interno dell’Istituzione, si parla ormai da qualche anno…. Più recentemente tali idee stanno trovando maggior spinta e vigore in relazione alla “precaria”situazione economica interna ed internazionale…. Vorrei ricordare che TUTTE le Nostre amatissime Istituzioni si reggono su fonti normative di rango non costituzionale che, per essere modificate, non necessitano di complessi iter legislativi….. (vds. per tutti la 121/81 e la 124/07…)
nella migliore tradizione dei nostri Uffici legislativi credo che avremo un quadro un pò più chiaro di cosa accadrà all’Arma, nell’ambito complessivo di un riordino del Comparto Sicurezza-Difesa, solo pochi giorni prima dell’emanazione dei Decreti legislativi delegati….
Armigero
Grazie dell’intervento Armigero, tutto Ok, limpido anzi… cri – stal – li – no. Voglio augurarvi Tanti Auguri. Un abbraccio
Un saluto a tutti
Lo stenografico della seconda parte dell’audizione del Ministro della Difesa.
Andrea Nativi intervista il Ministro Di Paola.
“Riforma Di Paola: al via tagli per 40 mila” (Il Sole 24 ore).
Buon pomeriggio a tutti!
Riporto alcuni articoli di oggi sui tagli alla difesa:
-de ” Il Secolo XIX”, sui tagli alla MM ( http://www.difesa.it/Sala_Stampa/rassegna_stampa_online/Pagine/PdfNavigator.aspx?d=14-04-2012&pdfIndex=8 ) ;
-Linkiesta ( http://www.linkiesta.it/bene-i-tagli-ma-la-spesa-militare-va-riqualificata )
Spero di non aver riportato articoli già citati,se si allora chiedo scusa per la ripetizione.
Ga78
segnalo un interessante articolo dell’inkiesta sul (presunto) piano di dismissioni – da qui al 2016 -della nostra Marina Militare:
http://www.linkiesta.it/tagli-marina-militare-italiana
Ecco il dossier del Senato sulla revisione del nostro strumento militare:
http://www.senato.it/documenti/repository/dossier/studi/2012/Dossier_355.pdf
il documento, a mio avviso, è ben elaborato: traccia un quadro generale del nostro comparto difesa, individuando le aree che più necessitano di un intervento di “ristrutturazione” normativo ed organizzativo, al fine di rendere più snello, flessibile ed efficiente lo strumento militare italiano.