Da parte di governi e forze armate è sempre più frequente il ricorso a simulazioni o esercitazioni per testare capacità operative e vulnerabilità nel cyberspazio. Il Corriere della Sera, riprendendo una notizia apparsa sul Washington Post, parla di un nuovo “cyber-range”, un campo di addestramento virtuale, denominato CyberCity:
Il mese scorso il segretario alla Difesa Leon Panetta l’ha detto: «Un attacco hacker su larga scala potrebbe causare una distruzione simile a quella dell’11 settembre». Così gli Usa hanno deciso di correre ai ripari. Con una città virtuale. Cybercity non è tanto diversa da una tipica cittadina reale americana. Ha la sua banca, l’ospedale, la centrale elettrica ed anche i caffè con il Wifi gratuito. Un sogno? In realtà si tratta di un campo di addestramento virtuale, dove gli esperti di informatica del Pentagono si preparano alle battaglie nel cyberspace contro gli hacker che vogliono violare i siti governativi.
I CYBER GUERRIERI – A dare la notizia è il Washington Post che in un lungo articolo ha raccontato il progetto. CyberCity sarà gestita da una società di sicurezza informatica che lavora per il Pentagono e che fa base nel New Jersey. Ciò che colpisce è che la città virtuale sarà gestita simulando situazioni di crisi e di attacchi da parte di hacker esterni contro obiettivi sensibili. Gli esperti informatici militari, che sono a loro volta degli hacker a tutti gli effetti, si attiveranno per la difesa di Cyber City e faranno proiezioni sulle conseguenze reali di un attacco virtuale. Roba da fantascienza? «A qualcuno può sembrare un gioco, ma i guerrieri cibernetici in questo modo si addestrano se venisse lanciato un duro attacco cibernetico contro la nostra nazione, noi americani dobbiamo avere la possibilità di essere protetti. E se il comandante in capo ordina una risposta, la Difesa deve essere pronta ad obbedire ed attaccare», ha spiegato Ed Skoudis, fondatore di Counter Hack al Washington Post.
GLI ABITANTI – La città sarà popolata da 15 mila persone, o meglio da 15 mila account e-mail, con accessi a conti bancari, password di ogni tipo, parole chiave per accedere al computer del lavoro. In questo modo la centrale nucleare avrà dei veri e propri dipendenti, l’ospedale dei pazienti e il caffè dei clienti. Per simulare le conseguenze reali degli attacchi verrà costruito un modellino sul quale si potrà, ad esempio, capire cosa succede se salta la luce dei semafori dopo un attacco hacker o se un virus fa saltare la rete che controlla la metropolitana.
GLI ALTRI PROGETTI – Il fatto è, ammette lo stesso Skoudis, «che i cattivi stanno migliorando molto più velocemente di noi, e non dobbiamo assolutamente cedere il passo». Cybercity non è l’unico campo di addestramento virtuale alla cyberwar: negli ultimi anni sono centinaia gli spazi virtuali di questo tipo – chiamati in gergo cyber ranges o test beds – che sono stati lanciati da ricercatori militari, del mondo dell’industria o dell’accademia. Il più complesso di questi progetti è il cosiddetto National Cyber Range, sviluppato dalla Defense Advanced Research, per il quale dal 2008 sono stati investiti 130 milioni per la realizzazione di quelli che i ricercatori del Pentagono definiscono sette esperimenti a larga scala. Ma, attenzione: «Proteggersi completamente è praticamente impossibile», avverte Skoudis.
Insomma, tutte quelle cose che fanno tanto piacere al nostro Giovanni Nacci, detto GiovanNacci.