Ogni anno il Dipartimento di Stato americano produce un Rapporto sugli attacchi terroristici (Patterns of Global Terrorism). Una sorta di mappatura del terrorismo internazionale.
Lo scorso anno il Rapporto uscì indicando una sensibile diminuzione degli attacchi (cosa, questa, che assumeva un rilevante valore politico per la strategia di Bush sull’assunto che "meno attacchi=strategia vincente"!). Tale Rapporto, però, venne "sbugiardato" dopo poco tempo. Tanto da costringere Powell ad intervenire, facendo "ricalcolare" meglio i dati. La nuova versione del Rapporto indicò un sensibile aumento del terrorismo internazionale (se non erro quasi il doppio di quelli calcolati nella prima versione!) rispetto all’anno precedente.
Quest’anno il Dipartimento di Stato ha deciso di non rendere pubblico (credo sia la prima volta in 30 e passa anni !!) il Rapporto. Una prima versione, riservata, è stata consegnata ai parlamentari statunitensi ma per il momento non sarà resa pubblica.
Secondo le dichiarazioni del portavoce del Dipartimento, il tutto avviene perchè le competenze per l’elaborazione del suddetto Rapporto sono passate al nascente National Counterterrorism Center, il Centro Analisi interforze che dovrebbe avere (!!) il compito di analizzare tutto il materiale informativo dell’apparato di sicurezza americano.
Chi ha visto il rapporto riservato, però, afferma che anche quest’anno vi è stato un aumento degli attacchi (dovuti essenzialmente alla situazione in Kashmir ed Iraq) e quindi è facile malignare che l’Amministrazione Bush sta tentando di prendere tempo. Eventualmente per individuare nuove metodologie statistiche che riescano ad "alleviare" i dati negativi 😉
A questo punto mi chiedo: è mai possibile che analisi così complesse come quelle che riguardano il terrorismo internazionale ed in generale strategie globali debbano dipendere da dati statistici ???