A proposito di tendenze strategiche, qualche giorno fa l’OCSE ha pubblicato un corposo Economic Policy Paper dal titolo “Looking to 2060: long-term global growth prospects” (qui la versione più sintetica) nel quale vengono esplorati alcuni scenari di crescita economica internazionale per il periodo 2011-2060.
Secondo le stime degli analisti dell’organizzazione parigina nei prossimi 50 anni il PIL mondiale dovrebbe crescere ad una media del 3% annuo ma con differenze tra le varie regioni del globo. Differenze che ovviamente incideranno sulla distribuzione del potere geo-economico.
La crescita più consistente dovrebbe avvenire nelle economie emergenti. Gli Stati Uniti, che attualmente rappresentano il 23% dell’economia mondiale vedrebbero il loro peso ridotto al 18% nel 2030 ed al 17 nel 2060, l’Europa, che attualmente rappresenta il 17% del PIL mondiale, scenderebbe al 12% nel 2030 ed al 9 nel 2060. La Cina, al contrario, passerebbe dal 17% di adesso al 28% nel 2030. Percentuale che manterrebbe uguale nel 2060.
L’OCSE prevede inoltre una crescita del peso dell’economia indiana (dal 7% di adesso al 18% nel 2060) ed un calo di quella giapponese, sulla quale peraltro si addensano nubi nerissime, che passerebbe dal 7% di adesso al 4% del 2060.
Lo studio dell’OCSE conferma la vasta letteratura, specialistica e non, riguardante lo spostamento del baricentro economico mondiale verso Est. Uno “shift” già in corso dagli anni Settanta/Ottanta, acceleratosi negli ultimi dieci anni, che provocherà inevitabilmente un riallineamento degli equilibri di potere internazionale a favore delle potenze emergenti.
Looking to 2060 – Long-Term Global Growth Prospects