Di Guido Olimpio, dal Corriere.it:
WASHINGTON – Un gruppo qaedista era pronto a colpire in Giordania con un sofisticato piano che avrebbe potuto causare decine di vittime. I terroristi, sorvegliati da giugno, sono stati però arrestati. Secondo le autorità il progetto criminale organizzato da Al Qaeda in Iraq prevedeva diverse fasi: 1) Un’azione diversiva contro centri commerciali e negozi per attirare le forze di polizia. 2) Un attacco contro hotel e sedi diplomatiche, tra cui quella americana. 3) Tiri con colpi di mortaio e uso di attentatori suicidi. La formazione era composta da undici elementi locali (ma è probabile che dovessero arrivare degli altri) che hanno trascorso diversi mesi in Siria al fianco di una «brigata» jihadista.
Un soggiorno usato anche per mettere insieme il team d’assalto e l’equipaggiamento necessario. Durante le indagini sono state sequestrate armi in quantità, proiettili per mortaio ed esplosivo (artigianale e militare). In base alle informazioni raccolte dal Gid – il servizio di sicurezza – i terroristi volevano ripetere un’operazione simile a quella che nel 2005 fu sferrata contro alcuni hotel di Amman provocando 60 morti e decine di feriti.Come allora, l’obiettivo era quello di destabilizzare la Giordania in un momento di forti tensioni sociali e internazionali. Il blitz anti-terrorismo è stata preceduto, qualche giorno fa, dalla cattura alla frontiera con la Siria di due cugini di Abu Musab Al Zarkawi, l’uomo che ha guidato il braccio iracheno di Al Qaeda ed è stato poi ucciso dagli americani nel 2006. Sembra che la coppia facesse parte di un gruppo jihadista attualmente in azione sul territorio siriano. I due stavano tornando a casa per riposarsi o il loro rientro era legato a qualche attività eversiva in Giordania? Per ora non c’è risposta ma solo la consapevolezza che i pericoli di attentati sono cresciuti. Da quando è esplosa la guerra civile, il Gid ha intensificato la sorveglianza per prevenire attacchi sia da parte dei qaedisti che dei servizi segreti siriani, sospettosi nei riguardi di Amman per supporto alla ribellione. Una missione difficile che in passato è stato svolta da un’unità speciale, «i cavalieri della giustizia», creata per combattere i seguaci di Osama.