“La domanda è che fine farà l’Europa, non la Grecia. Dal vertice UE, nessuna risposta” di Mario Seminerio:
Che accadrà, ora? Parlare di eurobond ha effettivamente poco senso, in assenza di una vera unione fiscale e di un bilancio dell’Eurozona che superi la dimensione nazionale. Né si può razionalmente chiedere ai tedeschi di firmare una fideiussione in bianco a favore del resto dell’area, con questo assetto istituzionale. Malgrado ciò, sarebbe utile prendere atto che gli spread ed i rendimenti non sono la sanzione morale e moralistica di vizi e virtù fiscali di singoli paesi, ma solo l’effetto delle azioni di investitori (domestici ed internazionali) che votano con i piedi. Ormai non più per punire questo o quel paese, ma per esprimere disagio e timore per una governance europea paurosamente deragliata e che sta apparentemente dirigendosi verso il redde rationem. […] Il problema, ora, non è chiedersi cosa succederà alla Grecia in caso di uscita, ma cosa succederà al resto dell’Eurozona in quel caso, soprattutto a noi italiani ed al nostro enorme fabbisogno pubblico da rinnovare ogni mese.