di Marco Ludovico, Sole 24ore
No alle proroghe del segreto di Stato. Il liniite dei trent’anni, fissato dall’ultima riforma dei servizi segreti (legge n. 124/2007), non può essere protratto attraverso la decisione di classificare gli atti. Può essere valutato, caso per caso, un rinnovo eventuale del segreto, soprattutto quando sono coinvolti altri Stati. Ma decidere che di fatto il regime di riservatezza rimane, come ha proposto la commissione Granata, è inaccettabile.
Al Copasir (comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica) l’orientamento prevalente oggi sarà questo. La riunione è fissata alle 8.30, con la presidenza di Massimo D’Alemae le relazioni di Ettore Rosato (Pd) e Carmelo Briguglio (FU), proprio per esprimere il parere sul documento della commissione di giuristi guidati dall’ex presidente della Consulta, Renato Granata, il parere sarà negativo e critico per più di un motivo.
Va ricordato che fu palazzo Chigi, su indicazione del sottosegretario Gianni Letta a nominare la commissione: oltre al presidente, ne fanno parte l’ex numero uno del Consiglio di Stato, Alberto De Roberto, l’ex giudice della Corte costituzionale Fernanda Contri, l’ex procuratore militare della Repubblica, Antonino Intelisano, l’avvocato generale dello Stato Ignazio Francesco Caramazza, il consigliere di Stato Carlo Mosca e Massimo Luciani, ordinario di diritto costituzionale.
Il limite trentennale posto al segreto distato lasciava perplesso il Governo. E la commissione, alla fine, suggerì questa soluzione: «Nei sei mesi precedenti la scadenza del vincolo, il presidente del Consiglio o l’autorità delegata» informa «le autorità originatrici» del segreto di stato che, a loro volta, «se lo ritengono necessario, provvedono ad apporre o a reiterare, anche in proroga», il vincolo di segretezza, attraverso le cosiddette procedure di classifica dei documenti: segreto, segretissimo, riservato, riservatissimo (si veda II Sole 24 Ore del 22 luglio).
Alle polemiche subito nate – lo stesso presidente del Copasir manifestò le sue perplessità – seguono ora gli atti concreti. Anche perché ci si chiede quanti siano i segreti di Stato davvero in piedi: ne risulta, in realtà, un numero comunque esiguo, ma impennatesi negli ultimi anni per casi come Abu Ornar o il processo Telecom. In definitiva, l’orientamento del Copasir dovrebbe essere quello di non porre ulteriori vincoli di riservatezza, se non giustificati da motivispecialie specifici. In generale, scaduto il termine dei trent’anni, va previsto come regime generale quello della legge n. 241/1990, nota come «legge sulla trasparenza» degli atti amministrativi.
Ma al Copasir oggi c’è in vista anche un risvolto politico non da poco: se le attese saranno confermate e non scatterà un’improbabile unanimità sul parere, la maggioranza parlamentare (Pdl-Lega) andrà sotto, perché l’orientamento indicato raccoglie i consensi del relatore Rosato, degli altri componenti di opposizione – Francesco Rutelli (Api), Achille Passoni (Pd), Giuseppe Caforio (Idv), oltre alpresidente D’Alema – e del finiano Carmelo Briguglio. Dall’altra parte stanno Giuseppe Esposito, Fabrizio Cicchitto e Gaetano Quagliarellp (Pdl) e Maria Pierà Pastore (Lega).
Una Vicenda che non potrà sfuggire aipresidentì delle Camere e al capo dello Stato, Giorgio Napolitano.