Un articolo del Velino, pubblicato qualche ora fa, riprende il tema delle possibili modifiche alla legge 124:
Servizi segreti: con la riforma tutto al DIS e al Copasir
Roma – Il governo Monti potrebbe modificare molte norme della legge del 2007 che riformò i servizi segreti assegnando al Comitato per la sicurezza della Repubblica poteri che di fatto consegnerebbero alle Camere un controllo perfino delle indagini in corso. È il vecchio disegno del presidente del Copasir, Massimo D’Alema, e di quanti non hanno mai gradito che alle due agenzie fossero assegnate dalla legge 124 del 2007, almeno sulla carta, responsabilità ed autonomia sotto lo stretto controllo soltanto del presidente del Consiglio. Così l’autonomia di Aise ed Aisi verrebbe sottratta a favore anche del Dipartimento per l’informazione e la sicurezza, Dis, oggi guidato da Gianni De Gennaro, che in realtà, con la scusa di abolire eventuali doppioni e sovrapposizioni, diverrebbe l’unico interlocutore, in tema di intelligence, di governo e Parlamento e la vera “autorità delegata”. Quella prevista dalla legge attualmente in vigore il presidente del Consiglio Mario Monti nonostante le fortissime pressioni ricevute, non l’ha ancora nominata lasciando a sé ogni potere, come pure prevede la legge. E così quella che viene annunciata come una “piccola riforma” dei nostri servizi segreti, di fatto servirebbe a riportare ai partiti, ancor più che al Parlamento, il controllo perfino delle indagini. Il contrario di quanto era stato previsto con la riforma di cinque anni fa nata, soprattutto, per sottrarre ai partiti l’occupazione e la lottizzazione dei servizi segreti.
Se la nuova iniziativa di D’Alema dovesse andare in porto in un momento in cui i partiti ed il Parlamento sono alle prese con la crisi economica, pur restando ancorate al presidente del Consiglio tutte le prerogative in tema di sicurezza interna ed esterna, la commissione parlamentare, il Copasir, si affincherebbe nelle decisioni operative al ministro della Difesa e al ministro dell’Interno. Senza contare le fughe di notizie e le rivelazioni, fatte, a seconda della convenienza, anche su indagini in corso da questo o quel partito rappresentato nel Comitato da un proprio esponente. Un vero commissariamento di Aise e Aisi, una situazione ora all’esame dei partiti che dovranno decidere se la “piccola riforma” è o meno una priorità da affrontare con un governo tecnico in carica. Dal canto suo il presidente del Consiglio deve fare i conti con un fronte, formato da alcuni esponenti politici in perfetta saldatura con alcuni alti esponenti della nostra intelligence, che chiede oggi quel che fino a qualche tempo fa aveva ottenuto soltanto netti rifiuti. Certo non facilitano il compito di quanti si oppongono a quella che viene indicata come la “controriforma” dei servizi, le analisi-paese consegnate dalla nostra intelligence al presidente Monti prima dei suoi viaggi in Cina e in Libia: si sono rivelati poco attendibili e hanno determinato un certo imbarazzo nello staff di Palazzo Chigi. (ilVelino/AGV)