Una volta tanto, in un mare di articoli studi libri dedicati ad aspetti tecnici e/o tattici, salta fuori un bel saggio che analizza aspetti strategici del cyber-spazio. "Deciphering Cyberpower" – pubblicato nell'ultimo numero della statunitense Strategic Studies Quarterly – è uno di questi.
Scritto da un docente di studi strategici, John Sheldon, nell'articolo vengono esaminati, sommariamente, gli elementi fondamentali del cyberpower (definito come "the sum of strategic effects generated by cyber operations in and from cyberspace") analizzandone sia il contesto strategico che la funzione ("Cyberpower does indeed have strategic purpose relevant to achieving policy objectives. This strategic purpose revolves around the ability in peace and war to manipulate perceptions of the strategic environment to one's advantage while at the same time degrading the ability of an adversary to comprehend that same environment").
L'autore, in particolare, evidenzia i limiti di una letteratura quasi esclusivamente focalizzata sugli aspetti tecnologici e per questo inadeguata a formalizzare una teoria sul potere nel cyberspazio.
Detto in altri termini: troppi ingegneri e pochi strateghi.