Nel nuovo numero di Intelligence and National Security ho letto un articolo che mi è piaciuto molto: “Strategic Horizons: Forecasting and the British Intelligence Community“.
L’autore è Kristian Gustafson, giovane docente presso il Brunel University Centre for Intelligence and Security studies e già consulente della Strategic Horizons Unit del Governo britannico.
E’ proprio di Horizon Scanning (HS) che Gustafson parla nel suo saggio. Più precisamente del ruolo dell’Horizon Scanning nel processo decisionale governativo inglese.
Innanzitutto, cos’è l’Horizon Scanning? Si tratta di una metodologia di analisi, o meglio di esplorazione, di possibili futuri scenari (tecnologici, economici, sociali, politici, di sicurezza, ecc.). Metodologia che negli ultimi 20 anni ha avuto una consistente diffusione in Gran Bretagna*, sia all’interno del settore privato che in ambito pubblico (ad es.: quie qui ma anche qui). Famosa la lettera che a febbraio di quest’anno la British Academy ha inviato alla Regina Elisabetta.
Scrive Gustafson:
A good first question might be; what is horizon scanning? As with the word ‘intelligence’ in its security meaning, there are many often-conflicting definitions. DEFRA defines it as ‘the systematic examination of potential threats, opportunities and likely developments including but not restricted to those at the margins of current thinking and planning. Horizon scanning may explore novel and unexpected issues as well as persistent problems or trends.’ Sir David Omand, former Security and Intelligence Coordinator at the Cabinet Office, has defined horizon scanning as the ‘systematic search for potential developments to optimize action to manage future threats and hazards (and hazards that might spawn threats) and to exploit opportunities.’ Common to both of these definitions is that horizon scanning is about probable future scenarios. It is not in itself predictive – it does not tell one what will happen – but it attempts to forewarn what could happen. As DEFRA says, horizon scanning ‘does not predict the future, but on the basis of a thorough understanding and analysis of the subject in its broadest perspective and an awareness of different ways the future may develop, we can identify a range of possible outcomes.’
L’Horizon Scanning, quindi, non è predizione del futuro ma individuazione ed esplorazione di possibili scenari.
Essendo ampiamente riconosciuta l’importanza di questa metodologia (per farsi un’idea consiglio di leggere la summenzionata lettera degli economisti della British Academy), nel 2008 il Governo inglese ha istituito una piccola unità specializzata in Horizon Scanning direttamente nel cuore del Cabinet Office.
Inizialmente collocata nell’ambito della Joint Intelligence Organization (l’equivalente del nostro DIS) la Strategic Horizons Unit (SHU) nell’aprile di quest’anno è stata ricollocata all’interno della struttura di staff del neo-istituito National Security Council(NSC), il National Security Secretariat. Se non erro all’interno dell’ufficio di Strategia e Contro-terrorismo diretto da William Nye.
Ricapitolando. Negli ultimi due decenni l’HS si è ampiamente diffuso all’interno del governo britannico. Molti ministeri si sono dotati di capacità di horizon scanning le quali sono andate ad affiancare in vario modo le strutture di long-term analysis costituendo un supporto strategico al processo decisionale. Per avere un’idea si veda lo Strategic Trends Programmedel Ministero della Difesa.
All’apice di tale tendenza si colloca la creazione della Strategic Horizons Unit (SHU) del Cabinet Office. Per oltre un anno parte integrante della struttura di coordinamento dell’intelligence, successivamente, nell’ambito della creazione del National Security Council inglese, trasferita al di fuori del comparto intelligence ma sempre all’interno dell’ufficio di Gabinetto.
L’SHU, dopo aver contribuito alla pianificazione della National Security Strategye della recentissima Strategic Defence and Security Review, è stata di fatto (benchè non formalmente) sciolta.
Secondo Gustafson, però, il mantenimento di una capacità di horizon scanning – e quindi la conservazione di struttura a questo dedicata – è di fondamentale importanza per un efficiente decision-making nel settore della sicurezza nazionale e, soprattutto, per la corretta funzionalità del comparto intelligence.
Tutto il saggio, in buona sostanza, ruota attorno a questo concetto. Un concetto che personalmente condivido e che sottopongo all’attenzione dei gentili lettori per un eventuale confronto di idee ed opinioni.
Sintetizzando al massimo l’autore sostiene quanto segue:
a) nonostante le evidenti differenze tra processi di horizon scanning ed attività di intelligence** l’HS costituisce un potenziale contro-bilanciamento nei confronti della “tirannia della current intelligence”. La ben nota patologia dell’intelligence a causa della quale il Servizio tende a focalizzarsi sul breve termine, sull’oggi, trascurando il lungo termine.
Scrive Gustafson:
Over recent decades the pressure from government on the JIC have driven it towards a strong – and arguably detrimental – focus on current intelligence. The long view, scenario-based reporting produced by horizon scanning analysis can serve as a tonic to this trend. (…) it can feed into the collection requirements process of JIC, helping to cue investigations into trends and developments where the linear analysis of current intelligence might not necessarily go. (…) what horizon scanning can do is to cause analysis to respond to the long-term drivers at the same time as it addresses the policy-makers’ short-term request***.
b) è di cruciale importanza che il “center of government”, il Cabinet Office, abbia una propria struttura di horizon scanning. O in ambito intelligence, cioè all’interno della Joint Intelligence Organization, o all’interno del Consiglio di Sicurezza Nazionale l’importante è che tale funzione esista al “centro del Governo”, coordini le strutture di HS ministeriali e fornisca al decisore una visione integrata e libera da condizionamenti settoriali.
Questo in estrema sintesi.
Ovviamente vi invito a leggere il saggio nella sua interezza (purtroppo è a pagamento) perché pieno di spunti interessanti****.
Concludo con una chicca che a mio avviso fa capire quanto sono avanti gli inglesi su certi argomenti.
L’autore riporta il pensiero di Lynette Nusbacher, ex direttrice della Strategic Horizons Unit, la quale suggerisce di creare all’interno del Civil Service di Sua Maestà tre differenti percorsi di carriera: gli operatori dell’intelligence, gli strateghi ed i futurologi…
*Faccio pubblica ammenda. Quando, nel 1998, una comune amica mi presentò una horizon scanner del Ministero della Sanità inglese pensai si trattasse di una solenne minkiata…
** “It is appropriate then to explore how horizon scanning methodologies function, in ways sometimes but not always similar to the methodologies of intelligence analysis, and how they can better serve the cuing function mentioned above. Although there are many particular techniques in the ‘toolkit’ of the horizon scanner or futurist, the outcome of his analytical process differs from that of the intelligence analyst.The intelligence analyst cannot predict the future, but what she can and indeed must do is assign probabilities to certain outcomes and events. Judging by the most recent and well-sourced information, the intelligence analyst can determine, for example, that it is probable or certain (each word having a more-or-less well-defined percentage value) that country ‘R’ will attack its neighbouring country ‘G’ within timeframe ‘T’. The horizon scanner does not seek this probabilistic accuracy, the fetish of the intelligence analyst. Rather, he tries to determine events that are plausible, given innovations or changes in any number of fields.“
*** “The horizon scanner can look at the assumptions on wich any given analysis if based and then, through the various techniques common in horizon scanning, investigate the relevant fields to see how far forward analysts can carry their linear predictions, and what shocks might change that system outcome. So, what the horizon scanner can do is set ‘deviation alarms’ from inductive, linear predictions, as one might have set on their GPS display when rambling or sailing, to let the navigate know when she has strayed off the desired path”.
**** Ad esempio non sapevo che ci fu un periodo nel quale ad affliggere il sistema di intelligence britannico non era la tirannia della current intelligence ma il suo opposto, la tirannia della long-term analysis.