dal Velino.it: "Copasir, gli interrogativi di D'Alema sui dossier"
Roma, 30 apr (Il Velino) – Massimo D’Alema dopo aver ottenuto la presidenza del Comitato per la sicurezza della Repubblica ha posto fra i primi e più importanti punti della sua gestione il tema degli 'archivi'. I servizi segreti in tutto il mondo, non è un mistero, sottopongono a particolare monitoraggio anche le personalità più in vista del loro paese, siano essi politici, imprenditori o giornalisti. A volte hanno usato le informazioni raccolte sul loro conto per finalità che avevano poco a che vedere con quelle istituzionali, ma non sempre se ne sono serviti per depistare, complottare o altro. Il neo presidente del Copasir ritiene che negli archivi dell’intelligence italiana qualcosa non vada, e non è soltanto lui a pensarlo ed a dirlo, e dubita pure di certe iniziative che le due agenzie dei nostri servizi segreti portano avanti in tema di controspionaggio. E così, ieri, anche ad Adriano Santini, neo direttore dell’Agenzia per la sicurezza esterna, sono state rivolte molte domande sul presunto pedinamento del deputato ex An Italo Bocchino.
Sarà Gianni De Gennaro, direttore del Dipartimento per l’informazione e sicurezza, attraverso i suoi ispettori a chiarire se l’allarme lanciato dal parlamentare abbia una qualche fondatezza. Quel che sembra premere di più a D’Alema in questa fase, almeno da quel che si può comprendere dalle domande rivolte a Santini, sono i “dossier”. È convinto, il presidente del Copasir, che esistono e vorrebbe sapere come vengono conservati, in più cosa ne è stato fatto dell’archivio Pompa e dei dossier illeciti Telecom-Pirelli, sui quali, tra l'altro, la presidenza del Consiglio ha opposto il segreto di Stato. Si nutre il dubbio, infatti, che oltre alle carte sequestrate dai magistrati di diverse procure, possano esistere copie che, magari soltanto per far da cornice a pratiche raccolte da “fonti aperte” , siano conservate nei vari archivi dei servizi segreti.
La riforma ha imposto una nuova sistemazione degli archivi dei nostri servizi ed il Copasir vuole capire cosa c’è dentro e se i faldoni ritenuti illeciti dai magistrati non facciano parte ancora delle carte sulle quali lavorano i nostri 007. In gioco ci sono “segreti” che pur provenendo da fonti illecite e, magari, per questo non utilizzabili nei tribunali, potrebbero fare chiarezza su vicende politiche e su scelte di governo non proprio chiare a partire, soprattutto, dalla fine degli anni novanta. Quanto al resto, Santini ieri ha chiarito che ben 97 agenti dell’Aise che si occupavano in Italia di controspionaggio sono transitati nell’Aisi, alla luce del passaggio di competenza dalla prima alla seconda agenzia imposto dalla legge di riforma. Ma non tutto il sistema Aise sul controspionaggio è stato smontato: rimane un settore (Dos) che si occupa prevalentemente del monitoraggio delle ambasciate straniere in Italia e ciò per motivi di continuità con quello che fanno gli agenti Aise all’estero. Si è parlato anche di finanziamenti e la nostra intelligence chiede maggiori fondi anche per potere avviare con un ampio “svecchiamento” un serio turn over.