Sono finalmente riuscito a leggere il testo dell’audizione di John Scarlet.
Aspetterò che terminino tutte e che venga pubblicato il report finale prima di valutarla da un punto di vista ‘funzionale’. Sarei portato a dire che non ha aggiunto niente di sostanziale rispetto a quanto contenuto nel rapporto Butler ma: 1) vado a memoria e non vorrei ricordar male; 2) proprio nelle ultime audizioni Sir Scarlett è stato smentito su alcuni punti.
Nel frattempo, però, si possono trarre alcune conclusioni sul funzionamento del JIC e sulla sua stretta inter-relazione con il Governo inglese.Da un punto di vista della struttura Scarlett conferma quanto già si sapeva e di cui abbiamo già discusso in precedenza.
Il JIC ha il compito di presentare al decisore assessments integrati (“coordinated intelligence assessments“) e la sua forza consiste nel mettere assieme coloro che le informazioni le raccolgono (le Agenzie d’Intelligence), coloro che le analizzano (gli analisti presenti all’interno della comunità d’Intelligence) ed i policy-makers.
E’ interessante la procedura di lavoro del JIC che John Scarlett descrive brevemente (pag.5).
Il principale prodotto analitico sono, appunto, gli assessments. In media il JIC ne produce tre a settimana.
Gli assessments sono prodotti all source e vengono preparati in bozza dall’Assessments Staff, una struttura composta da circa 25 analisti suddivisi in gruppi di lavoro.
L’Assessments Staff fa circolare la bozza tra i Ministeri rappresentati nel JIC ed i feeback vengono restituiti al JIC tramite il Current Intelligence Group (CIG). All’interno del CIG, infatti, il draft viene discusso ed eventualmente rivisto per poi essere trasmesso ai componenti del Joint Intelligence Committee.
Afferma Scarlett: “Those discussions were never formulaic, they were always substantial, often robust and I can hardly think of an occasion when something went through on the nod. There was always significant discussion, and from time to time assessments would be sent back for redrafting, recirculation, either coming back to the Committee or being agreed out of Committee.”
Scarlett evidenzia che il principale canale di comunicazione verso il decisore, nella sua esperienza, è stato un comitato interministeriale del Governo britannico, il Defense and Overseas Policy Committee.
Sorvolando sulla breve descrizione che viene fatta degli altri prodotti analitici del JIC, ciò che ha colpito la mia attenzione è il particolare ciclo dell’intelligence britannica.
In breve: raccolta, disseminazione, commento, analisi ed assessment.
Afferma Scarlett: “The way the system in the UK has worked is that a report will be issued by the collection agency, there is the possibility for that collection agency to make comment on the report and very often put it into context compared with what other reports have said on a given subject.
Then that will be issued to quite a wide range of customers. Now, those customers will include profession analysts: analysts in the Foreign Office, analysts particularly in the defence ministry, particularly of course in the Defence Intelligence Staff who are an extremely important body of analysts and a very big consumer of detailed intelligence reports. And then they play their role in the current intelligence groups.”
L’ultima fase, l’assessment, viene poi effettuato dall’Assessments Staff secondo la procedura descritta sopra.Scarlett, quindi, conferma quanto già si sapeva e cioè che le due Agenzie principali, Mi5 ed Mi6, sono più che altro “raccoglitori” di informazioni e che l’analisi viene effettuata sostanzialmente dai Ministeri e (riguardo all’assessment) dall’Assessments Staff del JIC.
Il tutto in un contesto di integrazione spinta tra governo, ministeri ed agenzie di intelligence.