Dal Sole 24 ore di oggi:
La Casa Bianca lancia una task force sull'approvvigionamento di chip, materie prime e altri prodotti chiave. E si prepara a rafforzare le contromisure nei confronti degli Stati che adottano pratiche scorrette. Nel mirino c'è ancora una volta la Cina.
Ieri, l'Amministrazione Usa ha pubblicato i risultati di un'indagine sulle supply chain globali, ordinata a febbraio dal presidente Joe Biden. L'obiettivo era valutare i rischi della dipendenza del Paese dall'import di merci strategiche, semiconduttori, batterie, terre rare, farmaci e principi attivi. Il report raccomanda di aumentare la produzione manufatturiera e ridurre la dipendenza da cornpetitori strategici, come la Cina, appunto. Con una retromarcia rispetto all'ideologia del libero mercato: «Per troppo tempo, gli Usa – si legge – hanno accettato come inevitabili alcuni aspetti della globalizzazione, in particolare il timore che imprese e capitali corrano ovunque ci siano i salari, le tasse e le regolamentazioni più basse». Secondo il documento, è il momento di introdurre «imposte, tutele del lavoro, standard ambientali, che aiutino a far sì che la globalizzazione funzioni per gli americani in quanto lavoratori e famiglie e non semplicemente come consumatori».
La nuova task force sulle catene di approvvigionamento sarà guidata dai ministri del Commercio, Agricoltura e Trasporti. Dovrà individuare le aree dove domanda e offerta non sono allineate, in settori come edilizia e costruzioni, semiconduttori, trasporti, agricoltura e alimentare. Con un occhio alle vulnerabilità emerse in questi mesi e l'obiettivo a lungo termine di impedire che si ripetano.
Fa tutto parte di una strategia più ampia, voluta da Biden per rendere il Paese più autonomo. A cominciare dai semiconduttori, per i quali la Casa Bianca ha chiesto al Congresso 5o miliardi di dollari in finanziamenti a ricerca e produzione. Il Parlamento sta esaminando un pacchetto di misure che stanzia circa 25o miliardi per le nuove tecnologie: i chip sono un capitolo chiave.
Altro nodo cruciale è quello delle batterie al litio: il dipartimento dell'Energia metterà a punto un piano decennale per lo sviluppo di una filiera nazionale e offrirà 17 miliardi di dollari di prestiti al settore. Per ridurre la dipendenza dall'import di litio e terre rare, si proverà anche a cercare aree del Paese dove estrarre e processare minerali critici.
Sul fronte dei medicinali, il dipartimento della Salute creerà partnership pubblico-private per la produzione di farmaci essenziali. Mentre, il dipartimento dell'Agricoltura spenderà 4 miliardi di dollari per rafforzare la catena di approvvigionamento nel comparto alimentare.
Tra le prime iniziative concrete, il dipartimento del Commercio prenderà in esame la dipendenza degli Stati Uniti da particolari magneti (al neodimio), il cui principale produttore è la Cina. L'Amministrazione valuterà se ci sono minacce per la sicurezza nazionale, sulla base della stessa normativa usata dall'ex presidente Donald Trump per imporre dazi su acciaio e alluminio (la sezione 232 del Trade Expansion Act, varata in piena Guerra Fredda, nel 1962). I magneti al neodimio (uno dei 17 minerali denominati terre rare) hanno applicazioni avanzate, ad esempio nei motori elettrici, nei sistemi di guida dei missili, nelle turbine eoliche.
lnfine, c'è la strikeforceguidata dal rappresentante Usa al Commercio per esaminare quali strumenti Washington può usare per colpire i Paesi che utilizzano pratiche commerciali scorrette, come i sussidi. E che magari hanno contribuito a fare inceppare le catene di approvvigionamento globali. Del dossier, Biden discuterà con i leader europei durante la visita di questa settimana. Nel report di ieri, si legge che la costruzione di supply chain più resilienti passa per «la partnership con le nazioni che condividono i nostri valori: dignità umana, diritti dei lavoratori, tutela dell'ambiente, democrazia»