Un rapporto dell'IHS appena pubblicato rivela che lo Stato islamico, a causa dell'attività di contrasto realizzata negli ultimi mesi, starebbe subendo ingenti perdite economiche con la perdita di circa un terzo delle entrate.
Scrive il Corriere della Sera:
Le entrate del daesh sono crollate di circa un terzo da metà del 2015, in quanto il gruppo sta perdendo territorio e sta subendo danni alle proprie infrastrutture, causati dalla campagna aeree della Coalizione internazionale a guida Usa e di quella russa in Siria. Lo rivela un rapporto dell'Ihs, una multinazionale che si occupa di fornire informazioni critiche a governi e aziende, secondo cui la metà degli introiti dello Stato Islamico provengono da tasse imposte e dalla confisca di aziende e proprietà. Il 43 per cento, invece, deriva dalla produzione e dal contrabbando di petrolio. Inoltre, in base al documento, l'Isis/Isil negli ultimi 15 mesi ha perso il 22 per cento delle aree controllate. "A metà del 2015 – si legge nel testo -, la media delle entrate mensili del daesh era intorno agli 80 milioni di dollari. A marzo del 2016, invece, è scesa a 56 milioni". A ciò si aggiunge che la produzione di greggio nello stesso periodo è crollata da 33 mila barili al giorno a 21 mila. Per l'Ihs, i danni causati dalle campagne aeree hanno obbligato lo Stato Islamico a introdurre nuove tasse per compensare le perdite finanziarie. Inoltre sono state messe delle multe per chi guidasse sul lato sbagliato della strada o non rispondesse correttamente a domande sul Corano.