Pakistan…

Sembra che gli interrogatori del (probabile) terzo in comando di al Qaeda, recentemente catturato in Pakistan, stiano dando i loro frutti.
Una quindicina di "quadri" sono stati catturati.
Di questo passo, se il Pakistan riesce a mantenere costante la pressione (cosa peraltro non facile dati i problemi di stabilità interna), al Qaeda (intesa come organizzazione non come movimento) sarà sempre più ridotta nelle sue capacità di pianificazione di medio e lungo periodo.
A questo punto, però, il problema si trasferisce sui gruppi associati, ai quali, per l’appunto, al Qaeda ha già delegato quasi totalmente la parte operativa e, probabilmente, buona parte della pianificazione strategica.
Se però si riuscissse a far collassare la struttura gerarchica di Bin Laden&C.  i gruppi associati tenderebbero (almeno nel breve-medio periodo) ad avere sempre meno problemi nel coordinamento e soprattutto, appunto, nella pianificazione strategica di lungo periodo. In soldoni si potrebbe ritornare (sottolineo il "si potrebbe") ad una fase jihadista precedente alla comparsa di Bin Laden: una serie di movimenti blandamente coordinati che indirizzano gran parte delle loro risorse negli attacchi ad obiettivi "nazionali".

Gli Stati Uniti dovrebbero capire che in una lotta globale al terrorismo qaedista (e quindi essenzialmente sunnita) dovrebbero far leva maggiormente sullo sciismo…