dal Corriere.it
ROMA – Anche il Ministro della Difesa, Roberta Pinotti, runner appassionata, pare abbia espresso il desiderio di partecipare in prima persona, scendendo in strada con tuta e scarpette. E così pure il generale Claudio Graziano, il nuovo capo di Stato maggiore della Difesa: da 5 piazze d’Italia (Trapani, Lecce, Padova, Cagliari e Aosta) il prossimo 11 maggio si metteranno in viaggio (per un totale di 4200 chilometri) oltre 600 militari dell’Esercito e, correndo giorno e notte e passandosi l’un l’altro il tricolore come testimone, le cinque staffette azzurre arriveranno insieme il 24 maggio a Trieste, in piazza dell’Unità d’Italia (non a caso), proprio nel giorno del centesimo anniversario dell’ingresso del nostro Paese nella Prima Guerra Mondiale (24 maggio 1915, il «maggio radioso» come lo chiamarono gli interventisti) con l’inizio delle operazioni belliche contro l’Austria-Ungheria.
Staffette
Cinque staffette di soldati che attraverseranno vie, borghi, paesi, sacrari e 42 città, consegnando alle famiglie che ne hanno fatto richiesta gli stati di servizio dei soldati italiani caduti al fronte. Ma questa è solo una delle tante iniziative previste dal progetto «L’Esercito marciava…», presentato a Roma nel Circolo ufficiali delle forze armate di via XX Settembre dal generale di divisione Giuseppenicola Tota. «Un progetto – ha aggiunto il generale – finalizzato soprattutto a riscoprire il sacrificio di un popolo e di un’intera nazione».Storia dolorosa
Lunedì prossimo, 4 maggio, ricorrerà il 154° anniversario della costituzione dell’Esercito italiano e l’idea suggestiva che va maturando ai vertici delle nostre Forze Armate è quella di tributare, nel 2018, quando cadrà il centenario della fine della Grande Guerra, un grande riconoscimento al martirio dei nostri 650 mila giovani soldati caduti in battaglia, con la consegna di una medaglia d’oro alle loro famiglie. «L’idea c’è – ha ammesso il generale – Di certo, affronteremo per prima cosa la questione dei fucilati». É la storia dolorosa di 750 soldati italiani condannati a morte dai tribunali militari e per questo fucilati, su cui gli storici adesso vogliono fare luce (il 4 e il 5 maggio si terrà un convegno al Museo della guerra di Rovereto) per reintegrarli nella memoria pubblica.