… ed i suoi effetti finanziari (dal Corriere.it):
Il petrolio sotto i 60 dollari, i livelli di maggio 2009, impone alle Borse europee il quarto calo consecutivo. Se i timori sulla situazione greca e la parziale delusione per l’economia cinese, dopo il dato sulla produzione industriale di novembre, hanno costituito le premesse per una nuova giornata in rosso, i continui ribassi del Wti e del Brent (rispettivamente -3% a 58,1 dollari e -2,45% a 62,12 dollari) hanno affossato gli indici.
Indice e blue chips
Perdite superiori al 2% per gran parte dei listini principali, Milano la peggiore con la frenata del 3,13% del Ftse Mib. Più pesanti i titoli del comparto petrolifero: -5,7% Tenaris, -5,6% Saipem. Eni perde oltre il 4% e scivola sotto quota 14 euro. Giu’ anche i bancari. Sul fronte valutario, euro in recupero a 1,2469 (1,2384 ieri). L’Agenzia internazionale per l’energia (IEA) , per la quarta volta in cinque mesi, ha tagliato nuovamente le stime sulla domanda di 230 mila barili al giorno per il 2015, a 900 mila barili/giorno, per effetto dei bassi prezzi: questa mattina il Brent scambia a 62,94 dollari. Parigi e Francoforte hanno chiuso entrambe in calo del 2,7%, non è andata meglio a Londra in ribasso del 2,5% e a Madrid (-2,6%%)
Le stime IEA e le sanzioni russe
Le stime sulla domanda di petrolio sono state nuovamente riviste in calo perché i Paesi produttori sono in difficoltà a causa del calo dei prezzi, spiega la IEA, sottolineando però che a pesare maggiormente è la situazione in Russia, dove le sanzioni stanno frenando la crescita. Le stime sulla domanda interna in Russia nel 2015 sono state infatti tagliate di 195.000 barili al giorno a 3,4 milioni di barili al giorno. Il rublo è sceso ai nuovi minimi storici: sotto 57 sul dollaro (56,83 rubli per dollaro) e 70,4 sull’euro.