E’ interessante notare come, dopo una buona decina d’anni di reale “pericolo al Qaeda”, la stampa nazionale ed estera (soprattutto la prima, purtroppo), tenda a dimenticare il passato riproponendo come eccezionale o comunque “senza precedenti” una minaccia che, quantomeno, è identica al passato (se non inferiore).
Per il momento, almeno.
Attenzione: con questo non voglio dire che il pericolo non sia, come già quello “qaedista storico”, reale e serio. Tutt’altro. Intendo dire che sarebbe meglio evitare di sovrastimare la minaccia per evitare un pericoloso rimbalzo ed il conseguente assopimento dell’opinione pubblica.
Come scrive Massimo Franco sul Corriere di oggi:
[…] Nelle ambasciate occidentali a Roma si avverte una certa inquietudine. Tra i diplomatici ci si scambia impressioni che danno corpo agli scenari più foschi. Ma i servizi di sicurezza italiani e vaticani appaiono più cauti. Analizzando la rivista Dabiq , la sensazione dell’intelligence è che con i suoi proclami l’Isis (acronimo di Islamic State of Iraq and Syria) stia parlando innanzi tutto all’interno del mondo musulmano, per imporre il primato sunnita contro gli odiati sciiti e accreditarsi come unico vero nemico dell’Occidente. Ma non esistono indizi di attentati clamorosi in preparazione da parte del gruppo terroristico. L’unico timore è che qualche affiliato europeo, per imitazione prepari un’azione dimostrativa fai-da-te: magari utilizzando un drone da pilotare su piazza San Pietro durante un’udienza. «Per ora», viene spiegato, «il pericolo non è quello di grandi attentati ma dell’atomizzazione dell’eversione».
Il nodo di Santa Marta
Sono informazioni simili a quelle che circolano nei centri studi sull’antiterrorismo, da Washington a Londra. Sono stati esaminati documenti e rapporti che parlano di minacce al Papa. Ma non sono ancora ritenuti tali da convalidare la tesi di un piano sofisticato in incubazione, o di una minaccia concreta. La sensazione degli analisti è che per ora l’Isis concentri i suoi assassinii in Mesopotamia, senza uscire da quei confini religiosi e geografici: sebbene esorti i suoi seguaci europei a colpire, e il numero di terroristi inglesi e francesi «arruolati» dall’organizzazione metta i brividi. […]