Anche quest’anno il SIPRI di Stoccolma ha pubblicato dati e statistiche sulla spesa internazionale per armamenti. Un’occasione per effettuare alcune importanti considerazioni.
Trends in world military expenditure, 2013
Innanzitutto, nel 2013 la spesa internazionale per armamenti si è ridotta e per il secondo anno consecutivo. La riduzione, però, è stata sostanzialmente tutta in ambito occidentale.
La spesa complessiva mondiale viene valutata dal SIPRI in 1.747 miliardi di dollari. Con una riduzione di quasi il 2% in termini reali rispetto alla spesa dell’anno precedente.
Il grosso della spesa (il 75% del totale) è effettuato da soli 15 Stati, tra i quali l’Italia (all’undicesimo posto). Metà è realizzata da Stati Uniti e Cina.
Analizzando in dettaglio i dati emerge però che mentre Nord America, Europa ed Oceania stanno riducendo le proprie spese militari in Africa, Asia ed Eurasia la spesa è in consistente crescita.
Gli Stati Uniti hanno tagliato la spesa del 7.8% rispetto al 2012 (metà della quale, però, dovuta alla riduzione delle spese per le missioni all’estero). In Europa occidentale, invece, la riduzione dal 2008 ad oggi è stata di circa il 10%. Con la sola eccezione della Francia che ha tagliato di circa il 4%.
Percentualmente l’aumento più consistente nel 2013 si è verificato in Africa, soprattutto negli Stati del nord (+8.3%). Ma a preoccupare – come emerso anche dalle ultime edizione del Military Balance che entra nel dettaglio tecnico della spesa – è particolarmente l’Asia, il continente nel quale il riarmo è sempre più consistente, trainato soprattutto dalla Cina. A riarmarsi però è anche la Russia. Come segnalato dal SIPRI il 2013 ha visto un incremento del 4.8% in termini reali, una crescita che rientra nel piano di lungo termine (2011-2020, 705 miliardi di dollari investiti) di ammodernamento delle forze armate.
Ad incrementare la spesa militare nel 2013 è stata anche l’Arabia Saudita (+14%), ciò a causa del contrasto con gli USA sulla questione iraniana. Da Ryad, infatti, Washington è percepita come sempre meno propensa a tutelare gli interessi sauditi contro Teheran.
In conclusione, il mondo si sta riarmando mentre Stati Uniti ed Europa (questa più dei primi) segnano il passo. In tempi di crisi economica il Vecchio Continente, soprattutto, sembra sempre meno propenso ad investire (o sperperare, dipende dai punti di vista) risorse nella difesa.