Roma, 29 nov. (Adnkronos) – “Vogliamo costruire un solido ponte con la società. Questo non significa rinunciare alla riservatezza del Comparto Intelligence, ma stabilire un rapporto di affidabilità con il Paese, partendo dai giovani e dalle università, centri di eccellenza” e laboratori anche per costruire risposte sul versante della sicurezza. Lo dice all’Adnkronos Marco Minniti, Autorità delegata per la Sicurezza della Repubblica, tracciando un bilancio dell’incontro ‘Intelligence Live! Il Sistema fa sistema’, che si è tenuto questa mattina con gli studenti dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.
La nuova tappa del roadshow promosso dal Dis (Dipartimento Informazioni per la Sicurezza), ha fatto registrare un vero e proprio ‘boom’ di presenze nell’Aula Pio XI, talmente gremita che si è dovuta allestire uan seconda Aula nell’Ateneo per permettere agli studenti di seguire l’incontro in videoconferenza. “I giovani -sottolinea Minniti- devono avere fiducia nelle Istituzioni. La mission del Comparto Intelligence è tenere insieme sicurezza e libertà. In questi incontri gli studenti ci guardano negli occhi, fanno domande, si confrontano con un sistema che protegge la sicurezza nazionale. Anche oggi hanno mostrato voglia di sapere, di guardare negli occhi chi lavora in silenzio pe rla sicurezza di tutti. Anche il Rettore, Franco Anelli, è rimasto favorevolemente impressionato dal successo dell’incontro”.
“L’Intelligence protegge le zone di confine della democrazia -rimarca il sosttosegretario con delega ai Servizi- e lo fa attraverso un lavoro strutturato e sinergico, nell’interesse dei cittadini e del sistema Paese. La sensazione è che si è costruito un rapporto solido: i giovani guardano all’Intelligence come a una struttura essenziale della democrazia. E’ questa la strada”.
L’Intelligence italiana esce dunque dal porto delle nebbie degli stereotipi, e continua a raccontarsi ai giovani. L’incontro di questa mattina all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano – cui hanno partecipato il Responsabile della Comunicazione Istituzionale del Dis e Bruno Valensise, Direttore della Scuola di formazione del Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica – è solo l’ultima tappa, in ordine di tempo, del roadshow dell’Intelligence nelle universita’ italiane, dopo i confronti con gli studenti della ‘Sapienza’, dell’ll’Università Luiss Guido Carli e del Politecnico di Torino.
Il Comparto Intelligence da una parte vuole sempre più dialogare con la società civile, dall’altra l’Università è il luogo dove crescono le future classi dirigenti del Paese e le eccellenze accademiche in grado di contribuire alla sicurezza nazionale. L’obiettivo è dunque far conoscere e presentare nei principali atenei la ‘mission’ degli 007: uomini e donne dello Stato che ogni giorno operano a tutela degli interessi strategici, politici, economici e militari del nostro Paese. Un percorso, quello con le università, che proseguirà per tutto il 2014 e permetterà di confrontarsi e mettere in sinergia eccellenze. In cantiere anche progetti comuni tra Intelligence e mondo delle ricerca, e partnership soprattutto nei settori strategici.
La strategia di vicinanza del Comparto Intelligence verso i cittadini offre anche terreni di possibilità e opportunità per giovani altamente qualificati che si candidano a lavorare nel Comparto Intelligence. Proprio in questi giorni l’Eurispes (Istituto di studi politici, economici e sociali), anticipando all’Adnkronos alcuni dati che saranno contenuti nel Rapporto Italia di gennaio 2014, ha sottolineato come “la svolta di trasparenza di un’Intelligence che dialoga con i cittadini e va nelle università per farsi conoscere meglio, stia già dando i suoi frutti: la fiducia dei cittadini per gli 007 è infatti salita a quota 51%. Un trend di crescita positiva che si consolida nel tempo. Ma soprattutto nella percezione dei giovani i vecchi ‘Servizi Segreti’ sono diventati veri e propri think thank”. Perché la sicurezza non ammette approssimazione.