Per puro caso – in queste ore, presso l’IISS, si sta svolgendo un seminario su questo argomento – ho scoperto che il NYU Center for Global Affairs ha un bel programma di scenarizzazione.
La “Scenario Initiative“, questo il nome del programma, è diretta da Michael Oppenheimer ed elabora scenari strategici su Paesi chiave da un punto di vista geopolitico. La metodologia seguita è quella del workshop nel quale i partecipanti, di diversa estrazione professionale, opportunamente guidati individuano tre o quattro scenari alternativi rilevanti per gli interessi statunitensi con un orizzonte temporale di una quindicina d’anni.
Il senso dell’esercizio di scenarizzazione è ben esposto in un articolo che Oppenheimer ha pubblicato lo scorso inverno per la SAIS Review: “From Prediction to Recognition: Using Alternate Scenarios to Improve Foreign Policy Decisions“. Gli scenari, scrive il docente americano, possono essere di utile supporto per il decisore in quanto permettono di mantenere quell’apertura mentale indispensabile per confrontarsi con una realtà internazionale in continuo cambiamento limitando le possibilità di subire “sorprese strategiche”.
L’ultimo documento sviluppato riguarda la Siria e contiene tre possibili scenari: un conflitto regionalizzato, il protrarsi della guerra civile ma all’interno della sola Siria, l’evoluzione verso un possibile accordo tra le parti in lotta. Ovviamente, in questo caso l’orizzonte temporale è molto più breve rispetto ai documenti precedenti: il 2018.
Dimenticavo: c’è anche un altro interessantissimo documento sull’opposizione siriana realizzato dall’International Crisis Group:”Anything But Politics: The State of Syria’s Political Opposition“.