A maggio di quest’anno la nostra Intelligence ha partecipato al Forum della Pubblica Amministrazione svoltosi a Roma presso il Palazzo dei Congressi. In quel contesto ai visitatori dello stand è stata offerta la possibilità di partecipare ad un’indagine conoscitiva. Adesso, gli interessanti risultati di questa utile iniziativa sono stati resi pubblici sul sito del Sistema di informazione e sono a disposizione di tutti.
Scrive Giulia Aubry, autrice del breve saggio:
[…] Equamente divisi tra uomini (53% del campione totale) e donne (47%), con una netta prevalenza di impiegati (48%) seguiti da quadri e dirigenti (25%), per la quasi totalità (96%) di età superiore ai 35 anni (con un 32% al di sotto dei 45) e in possesso di titoli di studio elevati (58% di laureati), coloro che hanno partecipato su base volontaria all’indagine conoscitiva – messa a punto dalla Scuola di Formazione – hanno correttamente attribuito alle attività di intelligence le funzioni di “sostegno all’autorità politica in materia di sicurezza nazionale”, “tutela degli interessi economici, scientifici e industriali del Paese”, “raccolta e analisi delle notizie” (circa il 42% delle risposte utili). Allo stesso modo il 75% dei rispondenti ha identificato il segreto di Stato con “il vincolo posto dal Presidente del Consiglio a tutela degli interessi supremi della Repubblica” e si è dichiarato a conoscenza – direttamente, per proprio bagaglio culturale, o per induzione, attraverso la somministrazione del questionario – del fatto che “l’attività di intelligence è sottoposta al controllo politico-parlamentare”.
Alla corretta interpretazione delle funzioni di intelligence e di alcuni dei suoi strumenti, però, non corrisponde una adeguata conoscenza dell’organizzazione e della normativa che caratterizzano gli ambiti nazionali. Il nome stesso del Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica, a maggio di quest’anno, risultava sconosciuto ai più. Oltre il 60% del campione intervistato, infatti, ha dichiarato di “non essere a conoscenza del fatto che con la legge 124 del 2007 sia stato creato il Sistema”, mentre il 10% non ha fornito alcuna risposta. Inoltre, è possibile ipotizzare, in considerazione del contesto, che all’interno del restante 30% in molti abbiamo risposto affermativamente più per convenzione che per reale conoscenza. Questa ipotesi appare confermata dal fatto che il 44% e il 35% del campione abbiano, rispettivamente, indicato i soppressi Sisde e Sismi come parti costituenti il Sistema, mentre appena il 15% ha individuato l’Aise, il 14% l’Aisi e solo il 10% il Dis. Mentre il 9% ha addirittura indicato il Sifar come struttura ancora attiva.[…] Da questi dati si può ipotizzare che l’immagine dell’intelligence nazionale, sino a maggio di quest’anno, sia soprattutto conseguenza della fruizione di un’informazione giornalistica, non legata direttamente alla comunicazione istituzionale del Sistema, di volta in volta rielaborata attraverso valori e credenze personali oltreché riferimenti prevalentemente letterari o cinematografici. La conoscenza delle attività generiche, del segreto di Stato e del controllo politico-parlamentare, rappresentato dal Copasir, non sembrerebbe dunque provenire da una strategia comunicativa del Sistema, come viene di fatto confermato dal 79% del campione che ha dichiarato – qualche giorno prima del suo completo rinnovamento che ha fatto registrare un notevole aumento degli accessi – di “non aver mai visitato il sito istituzionale www.sicurezzanazionale.gov.it”.
A conferma di tale elemento è possibile rilevare, nei risultati del questionario, una vera e propria “fame” di conoscenza: l’87% del campione ritiene infatti “sia utile far conoscere meglio l’intelligence nel nostro paese”, mentre l’80% pensa che “le tematiche della sicurezza nazionale debbano avere maggiore rilievo nei corsi universitari”. Una “fame” che è possibile definire “sana” e “istituzionale”, in considerazione degli argomenti che si vorrebbe venissero affrontati nel sito e nella strategia di comunicazione del Sistema: nessun disvelamento di segreti, ma informazioni su “reclutamento”, “crisi internazionali”, “studi di intelligence”, “minacce alla sicurezza nazionale”, “abilitazioni di sicurezza”.