Lo avrebbe affermato ieri, nel corso dell’audizione di fronte al Copasir, il direttore dell’AISE:
Adnkronos – Sarebbero circa una quindicina le persone partite dall’Italia per combattere in Siria al fianco dei ribelli. Lo avrebbe detto, a quanto si apprende, il direttore dell’Aise, generale Adriano Santini nel corso della sua audizione di questa mattina al Copasir, durata circa due ore. I combattenti, riferiscono le stesse fonti, non sarebbero però di nazionalità italiana. E’ da molto che si parla della presenza di ‘italiani’, o comunque di jihadisti passati per il nostro Paese, al fianco dei ribelli in Siria: in giugno un rappresentante della Comunità del mondo arabo aveva quantificato in una cinquantina i miliziani partiti dall’Italia e diretti soprattutto nel nord della Siria, parte di un gruppo molto più vasto di combattenti provenienti da tutta Europa. Circostanza, questa, decisamente ridimensionata dai nostri servizi secondo cui una cinquantina sarebbero al più i nostri connazionali convertiti all’Islam e di sentimenti più radicali ma non per questo convinti a partire per la guerra. Nel corso dell’audizione, sempre con riferimento alla situazione siriana, sarebbero stati esclusi “riflessi diretti” sulla sicurezza del contingente italiano in Libano mentre sarebbe stata ribadita la mancanza di novità sul sequestro di Padre Paolo Dall’Oglio, di cui non si hanno più notizie dalla domenica 28 luglio: quel giorno il religioso, arrivato 24 ore prima a Raqqa, era partito per una località sconosciuta: il generale Santini avrebbe ribadito in audizione che l’intelligence sta facendo tutti gli sforzi per arrivare a liberarlo.