Dal Velino.it:
Aisi, Aise, Dis: tempi duri per i raccomandati. Una quasi cinquantennale abitudine ha reso a volte precaria l’efficienza e l’operatività dei nostri servizi segreti. La raccomandazione e, il più delle volte, la lottizzazione e le cordate sono state il sistema per poter accedervi e soprattutto per fare carriera. Da qualche settimana la musica sembra essere cambiata. Una silenziosa riforma dei regolamenti fortemente voluta dal Dis, l’organo che sovrintende l’attività di Aisi e Aise – rispettivamente Agenzia per la sicurezza interna ed estera -, impone che da ora in poi le assunzioni per chiamata diretta, tutti i trasferimenti da altre amministrazioni e tutti i passaggi da contratti di diretta collaborazione a contratti a tempo indeterminato dovranno passare al vaglio del Comitato parlamentare di controllo (Copasir). Un vaglio tutt’altro che formale in quanto ai parlamentari che compongono il comitato bicamerale è consentito, addirittura, di accedere direttamente ai fascicoli di tutto il personale interessato. E così già da qualche settimana è in corso la selezione per le nuove assunzioni e la trasformazione dei contratti a tempo indeterminato (nelle intenzioni dei vertici della nostra intelligence per “ringiovanire” le Agenzie), tutto finalizzato al ripianamento dei vuoti nell’organico prodotti da pensionamenti e prepensionamenti e per consentire l’accesso di nuove risorse professionali e di nuovi specialisti (dagli hacker, agli arabisti).
Naturalmente appena si è sparsa la voce delle nuove possibilità di accesso ai servizi (attraverso il passaparola nei corridoi del potere), è arrivata al Dis una valanga di richieste di assunzione o di trasferimento alle agenzie da altre amministrazioni dello Stato. Un lavoro di cernita immane che richiederà tempo e, soprattutto, la vigilanza e quasi il nulla osta da parte dei parlamentari del Copasir. Infatti questa volta i fascicoli dei potenziali nuovi agenti segreti o di quelli già in servizio ma destinati a progredire in carriera sono usciti dalle casseforti dei servizi per essere messi a disposizione dei nove componenti il Copasir. Attivissimo l’esponente dei “Cinquestelle”, pignolo nell’esame dei profili biografici e professionali dei candidati di cui spesso chiede spiegazioni e approfondimenti alla commissione di selezione del Dis, in particolar modo dei titoli allegati dai candidati anche alle promozioni.
Il nuovo turn over degli 007 (il cui costo annuale si avvicina a 700 milioni di euro) dovrebbe ridare slancio ad un settore che è indispensabile per la sicurezza dello Stato e che ha subito negli ultimi anni notevoli traversie (basti pensare agli effetti negativi del caso Abu Omar nei rapporti fra i servizi segreti italiani e quelli degli Stati Uniti) e forti ridimensionamenti nella capacità di azione ed iniziativa per gli sconvolgimenti che ci sono stati in molti paesi del Mediterraneo, dove i nostri servizi segreti fino a qualche anno fa sono stati fra i più efficienti. Le nuove regole di assunzione e di carriera stanno però creando non pochi imbarazzi. Non sono molti i paesi al mondo che consentono ai parlamenti di conoscere nomi ed indirizzi dei loro 007, da dove vengono e cosa fanno. Un controllo che è sempre stato ben custodito in Italia dalla presidenza del Consiglio e soltanto da alcuni ministri, oltre che dai responsabili dei vertici delle agenzie e della sicurezza. Da ora in poi chiunque potrà sapere chi sono gli 007, mettendo oggettivamente a rischio la segretezza delle loro attività investigative. La trasparenza in questo campo pone dei grossi problemi, e allargare il campo dei potenziali conoscitori della struttura della nostra intelligence favorisce anche i paesi stranieri, soprattutto quelli non amici. Per questo all’interno della Nato aumenta l’imbarazzo per la scelta italiana: trasparenza e segretezza possono andare d’accordo? Che agenti “segreti” sono quelli i cui nomi, biografie e specializzazioni sono agli atti del Parlamento? Perfino sulla gestione delle finanze dei nostri servizi c’è chi si chiede come mai continui ad essere demandata ad una banca che è controllata da società straniere.