Sul sistema logistico del caccia F35 l’Adnkronos riprende alcune informazioni diffuse da Analisidifesa.it:
Roma, 25 giu. (Adnkronos) – Una centrale operativa unica, una sorta di ‘grande fratello’ in grado di sovrintendere alle operazioni in tempo reale: è ‘Alis’ (Autonomic Logistics Information System), il complesso sistema logistico del caccia F35 che dovrebbe collegare ”ogni utilizzatore dello stealth statunitense a una mega-centrale operativa gestita direttamente dagli Usa”. Ai computer di questa centrale unica, sottolinea il portale ‘Analisidifesa.it’ specializzato in temi della difesa e della sicurezza, i terminali ”sparsi su tutte le basi dovranno restare costantemente connessi per ogni necessità”. La connessione al sistema avverrà ”attraverso un ‘cancello di ingresso’ che per l’Italia potrebbe essere la base di Cameri. Il sistema logistico dell’F35 presiederà perfino alla pianificazione delle sue missioni, controllando alla fine l’operato (e le intenzioni) di ogni singolo utilizzatore di F35, specie la’ dove, almeno all’inizio – come nel caso dell’Italia – non si disponga delle reti di comunicazione e degli enti autonomi di comando e controllo necessari a prendersi qualche libertà da questo ‘grande fratello’. In definitiva -aggiunge ‘Analisidifesa’- risulterà pressochè impossibile disporre a nostro piacimento di questi aerei da combattimento svincolandoci dagli Stati Uniti”.
L’approfondimento sul tema, a cura di Silvio Lora-Lamia, spiega che si tratta di ”un sistema, o meglio un ‘ambiente logistico’ centralizzato e completamente networkizzato che riceve di continuo dati sullo stato di salute e di prontezza operativa dell’intera flotta mondiale di Jsf, e rilascia le informazioni e procedure necessarie a garantire l’una e l’altra”. ”Ci troviamo di fronte -dice all’Adnkronos Gianandrea Gaiani, direttore di ‘Analisidifesa.it’- ad un aereo che di fatto sara’ gestito dagli americani con questa sorta di ‘grande fratello’ logistico. Diamo pure per scontato che l’F35 sara’ il miglior aereo da guerra del mondo e che con le compensazioni industriali a favore delle imprese italiane saremo in grado di rientrare nei costi. Tuttavia non si capisce per quale motivo, in un momento di ristrettezze di bilancio, la Difesa italiana dovrebbe mantenere una linea di volo da combattimento basata sulla presenza contemporanea di due aerei diversi, l’attuale Eurofighter e il futuro F35, raddoppiando anche le linee di gestione logistica ”.
”Nulla si sa”, continua Analisidifesa, sui ”costi reali di Alis, che rientra nella lunga ‘lista della spesa’ necessaria per mettere in linea il caccia americano”. Il ”grande fratello” logistico che sovrintendera’ alle operazioni del caccia sara’ situato negli Stati Uniti e la centrale sara’ ”collegata a un certo numero di ‘snodi’ regionali del sistema, dislocati in determinate aree geografiche del pianeta. Saranno tre, forse quattro. Uno di essi -rileva il dossier di approfondimento sul tema- potrebbe trovare la sua sede in Italia, a Cameri, dove entro uno, al massimo due anni accanto agli scali di produzione dovra’ cominciare a funzionare la struttura di sostegno alla flotta italiana di F35, con la prospettiva di supportare in seguito anche quelle almeno sud-europee e dell’area mediterranea, non potendo escludere che altri decidano di realizzare a loro volta un centro di supporto per il Nord Europa”. ”Non ne faccio una questione di etica o di opportunità, come chi mette in evidenza quanti asili, scuole e ospedali potrebbero essere costruiti con le spese previste dal programma F35. In fondo -osserva Gaiani- la Difesa e’ una delle funzioni dello Stato, esattamente come la Scuola e la Sanità’. ”E’ piuttosto -conclude- un problema di integrazione tra i nuovi sistemi e le tecnologie esistenti. Parlerei quindi di un problema di opportunità strategica ed anche industriale, soprattutto in un momento in cui si parla tanto della necessita’ di promuovere un sistema di difesa europea integrata”.