Si è svolto a fine marzo, presso l’Aspen Institute, un incontro a porte chiuse sul tema della sicurezza economica nazionale e dei rapporti tra aziende private ed organismi di informazione.
Ne dà conto proprio l’Aspen sul suo sito:
Nella competizione globale, l’informazione è uno strumento fondamentale per sostenere le possibilità di sviluppo e affermazione di un sistema Paese. Alla luce di questa considerazione, l’attività di intelligence economica svolta dai Servizi di informazione per la sicurezza della Repubblica appare come una leva essenziale, anche se certamente non l’unica, per preparare le decisioni governative riguardanti sia la difesa del sistema economico e produttivo dalle minacce esterne, sempre più gravi, sia la tutela e il sostegno alla proiezione estera delle imprese nazionali, oggi più che mai decisiva per la ripresa dello sviluppo.
Spetta dunque all’Esecutivo fissare le linee e le priorità della ricerca informativa affidata ai Servizi in questo delicato settore, sulla base di una puntuale, anche se spesso non facile, individuazione degli interessi nazionali – declinati in via generale dalle norme di legge – che permetta di distinguerli da quelli esclusivamente privati. La completa attuazione della riforma del 2007 richiede un deciso indirizzo politico che legittimi stabilmente i rapporti tra Servizi di informazione e imprese, inquadrandoli in una solida cornice di correttezza costituzionale.
Sono queste le premesse indispensabili affinché il rapporto pubblico-privato possa esprimere tutte le sue potenzialità positive nel campo del sostegno intelligence al sistema Paese. Oggi ciò avviene, del resto, in moltissimi Stati, col risultato che le imprese italiane si trovano spesso a operare all’estero in condizioni di particolare svantaggio.
Occorre perciò colmare questo divario adottando con urgenza le necessarie misure organizzative e ordinamentali che permettano di attivare un processo circolare nel quale sicurezza nazionale e sviluppo economico si alimentino reciprocamente, grazie ad una gestione accorta e efficiente delle informazioni, che coniughi la trasparenza delle procedure con la riservatezza dei contenuti.
In questa direzione appaiono ormai mature tutte le condizioni per creare un sistema di convenzioni che permetta ai Servizi – in attuazione di indirizzi politici precisi e coerenti con il dettato della riforma, che fa riferimento alla tutela degli interessi “economici, scientifici e industriali dell’Italia” – di collaborare direttamente con le aziende sulla base di apposite convenzioni, volte a disciplinare con chiarezza i termini e il campo della collaborazione, così come le modalità dello scambio di informazioni.
Lo strumento convenzionale appare oggi la via più sicura e immediata per creare una rete di rapporti stabili, efficaci e giuridicamente corretti tra l’intelligence nazionale e le organizzazioni di sicurezza delle maggiori aziende italiane, che sono spesso veri punti di eccellenza, per professionalità ed esperienza. Saper mettere a sistema questo patrimonio di risorse private con quello dell’intelligence pubblica è la chiave di volta per consentire un forte salto di qualità alla competitività dell’intero sistema Paese.
Più complesso, ma altrettanto urgente, è il problema della difesa e del sostegno competitivo alla multiforme galassia delle piccole e medie imprese, ricche di tecnologia e sempre più portate ad operare sui mercati esteri.
In questo caso il processo di organizzazione dei rapporti può passare, almeno in una prima fase, nella creazione di un “punto di contatto” istituzionale, al quale le imprese o le loro organizzazioni possano rivolgersi direttamente, anche in questo chiaro sulla base di regole certe, chiare e solidamente ancorate ai principi del nostro ordinamento costituzionale.