Vi segnalo una breve presentazione dello Strategic Survey dell’IISS londinese pubblicata dal sito dei nostri Servizi.
Scrive la nostra Intelligence:
[…] Secondo gli analisti dell’Istituto londinese la caratteristica saliente dell’attuale sistema di sicurezza globale è il ‘disagio strategico’ (strategic unease) ovvero un lento ma progressivo indebolimento del sistema di regole (rule-based order) che ha fin qui garantito la stabilità internazionale.
Tale indebolimento si sta manifestando contemporaneamente in tre regioni chiave: Europa, Asia e Medio-Oriente. In quest’ultima il processo è più evidente. I laceranti conflitti in Siria, Yemen ed in Libia, la presenza del terrorismo jihadista e l’accordo sul nucleare iraniano riscriveranno gli equilibri di potere all’interno di quest’area la quale, oltre ad essere rilevante strategicamente per l’ampia presenza di riserve energetiche, costituisce anche uno snodo geostrategico e geo-economico di primaria importanza, un ponte naturale tra Asia, Africa ed Europa.
In Asia, riporta lo Strategic Survey 2015, tutta la regione risente degli effetti di una Cina più sicura di sé nel perseguire i propri interessi politico-economici. Un’assertività che spingerà gli altri attori regionali a chiedere un sempre maggiore coinvolgimento agli Stati Uniti. L’attivismo cinese, comunque, non si limita alla sola Asia ma, nonostante il recente rallentamento della propria economia, opera a livello globale con l’obiettivo, espressamente dichiarato dalla leadership di Pechino, di assumere un ruolo da primaria potenza internazionale.
In Europa, infine, secondo gli esperti londinesi, emergono dubbi sulla possibilità di ristabilire un sistema di cooperazione efficace con la Russia le cui provocazioni, scrivono gli analisti, costituiscono il fattore principale di disagio strategico in questo continente[8]: «The Russian leadership has operated opportunistically, at speed, using all instruments of state power to assert its interests in Ukraine and to indicate its support for Russians living in others countries. Russian military activity close to the borders of NATO states, as well as evolving military doctrine that places more emphasis on nuclear weapons at the core of national strategy, requires NATO to take measures to reassure allies and show determination to defend NATO territory.»
Gli stati europei, comunque, devono riflettere approfonditamente ripensando completamente il proprio approccio alla sicurezza continentale alla luce anche delle nuove sfide che provengono dal quadrante meridionale, l’Africa, e dal Medio-Oriente.
In definitiva, dato l’elevato livello di disagio strategico nonché l’attuale volatilità delle relazioni internazionali, secondo l’Istituto londinese, è probabile che nel prossimo futuro assisteremo ad una o più ‘sorprese strategiche’[9]. Eventi relativamente inaspettati ma di elevato impatto che potrebbero manifestarsi contemporaneamente in diverse regioni del globo rendendo difficile il processo di stabilizzazione e di gestione delle crisi.
Per far fronte alle sorprese strategiche, in un sistema internazionale nel quale i conflitti tendono a moltiplicarsi, è necessario che gli Stati sviluppino resilienza e flessibilità e che le loro classi dirigenti siano in grado di perseguire coerentemente obiettivi di medio-lungo termine. È necessario, in altri termini, che alcuni attori chiave del sistema siano in grado di esprimere una giusta leadership strategica.