Dal Sole 24 ore:
Trentaseimila militari, 30 Paesi, 140 aerei e 60 navi. Sono i numeri dell’esercitazione Nato – “Trident Juncture 2015”, la più importante dai tempi della Guerra Fredda, che ha preso il via lunedì nell’aeroporto di Trapani Birgi, sede del 37/o stormo dell’Aeronautica militare. Lo scalo militare di Trapani – è stato specificato durante una conferenza stampa – ospiterà la prima fase dell’esercitazione che vedrà impegnati 700 militari, 200 dei quali stranieri. Nei cieli del Tirreno meridionale si alzeranno in volo, fino al 6 novembre prossimo, 30 aerei tra caccia F16 (di stanza in Canada, Grecia e Polonia), nonché Amx, Eurofighter e Tornado. Tutte le operazioni si svolgeranno sorvolando il mare aperto, lontano dai centri abitati. Il sottosegretario alla Difesa, Gioacchino Alfano, ha smentito che la scelta di Trapani sia una sorta di “ripiego”, dopo le proteste dei pacifisti in Sardegna: «Si tratta di una scelta logistica. Trapani, ritenuta la sede naturale più idonea per ospitare l’esercitazione, era infatti già stata prescelta».
In una fase in cui la Russia mostra tutta la sua volontà di ritorno al ruolo di grande potenza militare (dall’Ucraina alla Siria) è chiaro che l’esercitazione acquista un significato particolare: «Vogliamo mandare un segnale chiaro a qualsiasi potenziale aggressore – ha detto il generale Philip Breedlove – Ogni tentativo di violare la sovranità di una nazione membro della Nato avrà come conseguenza un coinvolgimento deciso da parte di tutte le altre nazioni dell’Alleanza».
A conferma della tensione con Mosca è arrivata oggi una nota ufficiale del ministero degli Esteri russo che condanna i piani dell’Estonia di espansione della base aerea Nato di Amari. «Alla luce delle ripetute speculazioni sulla necessità per la Nato e in particolare degli Stati Uniti di dispiegare forze aggiuntive sul suo fianco orientale – recita il comunicato – noi giudichiamo questi preparativi come apertamente provocatori e mirati a destabilizzare la situazione».
Il vice segretario generale della Nato, l’ambasciatore Alexander Vershbow, ha rimarcato dal canto suo che questa esercitazione «è di vitale importanza per la sicurezza; ogni giorno ci sono nuove sfide e noi dobbiamo essere sempre pronti a contrastarle. Con Trident Juncture 2015 dimostreremo che la Nato è in grado di difendersi da qualsiasi minaccia». Soffermandosi più sugli aspetti tecnici, il generale Petr Pavel, presidente del Comitato militare della Nato, ha detto che l’esercitazione «sarà anche un test per difendersi da attacchi terroristici: dalla cyberdifesa al contrasto alle guerre chimiche». «La Nato si adatta alle nuove minacce», hanno quindi ribadito gli alti ufficiali che hanno preso parte all’incontro con la stampa internazionale. Alla cerimonia di apertura erano presenti, come osservatori, delegazioni di Russia, Brasile, Colombia e Messico.