Si è svolto questa notte a margine dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite (da Corriere.it):
«Produttivo» dice la Casa Bianca, ma senza risultati spettacolari: le divisioni sulla strategia da seguire in Siria e sul destino di Assad restano profondissime. Ma si è deciso ugualmente di avviare colloqui Usa-Russia per esplorare le possibilità di una soluzione politica di una guerra civile che ha già fatto 200 mila morti e milioni di senzatetto e di profughi in fuga dal Paese. Per una volta più positivo ed enfatico, alla fine del vertice con Barack Obama (durato 95 minuti, assai più del previsto), il presidente russo Vladimir Putin: «Colloquio positivo, franco, come tra uomini d’affari. Ho trovato un Obama sorprendentemente aperto: le dispute rimangono ma abbiamo molto in comune» dice Vladimir Putin all’uscita, prima di ripartire per Mosca senza partecipare alla cena offerta dal presidente americano ai capi di governo giunti a New York per la settimana dell’Onu: «Ora sappiamo che c’è un lavoro politico bilaterale da fare: dovremo creare un meccanismo adeguato».
E adesso, addirittura, il leader del Cremlino non esclude che agli attacchi aerei contro l’Isis della coalizione occidentale partecipino anche bombardieri russi: «Disponibili a missioni comuni». Ipotesi che al momento appare piuttosto remota: i due leader hanno deciso, sì, di avviare consultazioni tra i capi militari di Usa e Russia, ma lo hanno fatto per prevenire incidenti tra forze armate impegnate in Medio Oriente, più che per progettare missioni coordinate. […]