Andrea e Mauro Gilli sul Foglio smentiscono molti luoghi comuni: “Terrorismo e migrazioni. Lo stato-nazione non è condannato all’inerzia“.
[…] le minacce si valutano in base alle risorse dei nemici. E i nuovi terroristi islamici hanno relativamente poche risorse materiali. Gli eventi di venerdì, così come gli episodi relativi a Charlie Hebdo, nella loro drammaticità, rivelano anche la fragilità di base di questa “nuova” ondata di terrorismo. Questi terroristi sono più difficili da anticipare e catturare attraverso le operazioni di anti terrorismo. Allo stesso tempo, però, ciò rende questa minaccia limitata da un punto di vista della sicurezza. Storicamente, ci sono state minacce esterne di tale portata da aver portato dei paesi a federarsi – almeno in parte, le scelte di Cavour che in quelle di Bismarck così come in quelle di Washington riflettevano questa logica. Il nuovo terrorismo islamico non è, però, certamente una di quelle minacce che richiedono, […], la creazione di una federazione europea.
Vi è, infine, la minaccia dello Stato islamico, che è certamente più seria in quanto controlla un territorio. Anche in questo caso, però, non è chiaro come “più Europa” possa essere la soluzione. Basterebbe, in fin dei conti, aumentare la spesa per la Difesa e disporre così delle capacità militari necessarie per agire in coalizione. La Francia non ha praticamente aerei da trasporto tattico e strategico; la Spagna ha una flotta di droni da osservazione talmente limitata da non poter essere chiamata tale; e l’Italia spende il 70 per cento del proprio bilancio militare in pensioni e stipendi. Praticamente nessun paese europeo spende più dell’1,5 per cento del proprio pil in Difesa e spesso preoccupazioni occupazionali, anziché questioni militari, ricevono assoluta priorità nell’allocazione delle risorse.
In definitiva, l’attuale debolezza degli stati europei è il prodotto delle loro legittime scelte. Gli stati europei possono fare poco, perché spendono poco e perché non hanno intenzione di agire. A meno di non concepire l’Europa come una burocrazia che coercitivamente impone delle proprie scelte illuminate ai paesi europei, non è chiaro come “più Europa” possa risolvere questi due problemi.