Dal Corriere.it:
Le flotte di Cina e Russia fra pochi giorni arriveranno nel Mediterraneo per tenere manovre congiunte. È la prima volta che la Marina cinese si impegna in esercitazioni così lontano dalle sue coste ed è significativa la cooperazione con Mosca, isolata a causa dell’avventura di Putin in Ucraina. «Lo scopo delle esercitazioni è di rafforzare la cooperazione pragmatica tra Cina e Russia e di migliorare le capacità delle due Marine di affrontare sfide», ha detto ieri a Pechino il portavoce dell’Esercito di liberazione popolare, il colonnello Geng Yansheng.
Nove navi militari nelle manovre congiunte
Nelle manovre in Mediterraneo, che si svolgeranno in questo mese di maggio, saranno impegnate nove unità. I cinesi invieranno due fregate che nel codice Nato sono classificate come Type 54A Jiangkai: le navi “Linyi” e “Weifang” e il rifornitore “Weishanhu”, che attualmente stanno compiendo azioni di scorta a convogli mercantili nella zona del Golfo di Aden, ha detto il colonnello Geng. Mosca non ha ancora comunicato la composizione della sua squadra. L’ufficiale cinese ha concluso: «Vogliamo sottolineare che le manovre congiunte nel Mediterraneo non hanno come obiettivo alcun Paese terzo e non sono in alcun modo connesse alla situazione regionale».
La presenza russa
La flotta russa è comunque di casa nel Mediterraneo. Da quando è esplosa la crisi siriana, Mosca ha schierato, a rotazione, numerose unità nello spazio di mare tra Cipro e il porto di Tartus, punto d’appoggio offerto dal regime di Damasco. Le navi pattugliano, svolgono attività di intelligence elettronica e proteggono i cargo che portano armi per l’esercito di Bashar Assad. Un flusso discreto ma continuo in provenienza dal Mar Nero. Il Cremlino ha poi confermato la volontà di marcare la propria presenza nell’Artico – per tenere testa ad analoghe mosse della Nato – e in regioni lontane. Sottomarini nucleari, navi spia e altre unità agiranno con maggiore frequenza nello scacchiere caraibico. I russi – lo hanno detto apertamente – vogliono difendere i loro interessi (e rapporti) in qualsiasi area.
Le manovre viste dagli Usa
Gli Stati Uniti seguono con inquietudine i programmi navali di cinesi e russi, ma devono anche badare agli attori marittimi regionali, a cominciare dall’Iran con il quale è in corso un duello a distanza. L’Us Navy sorveglia con aerei e alcuni dei suoi sottomarini le installazioni cinesi. Attività discrete che hanno innervosito i rivali. Pechino ha spesso lasciato trapelare sui media notizie sulle incursioni, comprese quelle di navi statunitensi che agivano con il pretesto di ricerche scientifiche. E questo in uno scacchiere dove tutti i Paesi stanno potenziando le loro flotte: dalle Filippine al Giappone, dall’India al Vietnam. Ben più ampia e antica la sfida Russia-Usa. I «sub» atomici americani sono i protagonisti con le loro missioni. Mosca risponde con le acrobazie dei ricognitori a lungo raggio mandati ai bordi dei confini Nato o con i misteriosi battelli subacquei segnalati (ma mai visti veramente) nei fiordi scandinavi.
I cinesi e il Mediterraneo
La flotta cinese ha già operato nel Mediterraneo nel 2011, organizzando un ponte navale per evacuare dalla Libia 30 mila lavoratori cinesi durante la crisi causata dal crollo del regime di Gheddafi. E ha inviato una fregata per scortare l’operazione di rimozione dell’arsenale chimico siriano negoziato dalla comunità internazionale con il regime di Assad nel 2013.
Il sottomarino nucleare cinese
Nei giorni scorsi la Cina ha rivelato di aver inviato un sottomarino nucleare nel Golfo di Aden per una missione di scorta antipirateria. L’operazione è durata due mesi e ha dimostrato l’accresciuta capacità cinese di agire lontano dalle sue coste.