L’Ansa riporta stamattina la notizia secondo la quale il decreto antiterrorismo in corso di approvazione comprenderebbe anche alcuni provvedimenti volti a potenziare la nostra intelligence: dall’assunzione di personale, all’acquisizione di nuove strumentazioni tecnologiche fino all’introduzione di alcune nuove “speciali cause di giustificazione”:
Sotto la spinta della minaccia jihadista, si arricchisce il decreto antiterrorismo che sarà approvato dal Consiglio dei ministri: oltre alla stretta contro i foreign fighters preparata dal ministro dell’Interno, Angelino Alfano, dovrebbero infatti trovare spazio anche misure per potenziare l’intelligence, come le garanzie funzionali per gli 007 sotto copertura e lo stanziamento di risorse per nuove assunzioni di personale qualificato e strumentazione cyber.
Nel provvedimento, inoltre, dovrebbe esserci anche il rifinanziamento dell’operazione Strade Sicure, che prevede l’impiego di un contingente di militari a disposizione dei prefetti per la sicurezza nelle città.
Tagliato da 4.250 a 3.000 uomini dall’inizio di quest’anno, si stanno cercando le risorse per ripristinare il numero precedente e, se possibile, arrivare anche a 5.000 divise in campo. In un confronto con il direttore del Dis, Giampiero Massolo, il Copasir ha avanzato al Governo le richieste di concedere le garanzie funzionali agli 007 infiltrati nei gruppi terroristici, nonchè l’aumento del budget dell’intelligence (attualmente attestato sui 600 milioni di euro l’anno) in modo da assumere personale qualificato e potenziare il controllo del web. Del tema il Comitato ha discusso la scorsa settimana anche con il sottosegretario ai servizi Marco Minniti. E quest’ultimo ha predisposto le misure che dovrebbero andare domani in cdm.
La legge di riforma dell’intelligence – la 124 del 2007 – definisce già oggi le garanzie funzionali per gli agenti, la possibilità cioè di compiere una serie di reati senza essere puniti, se ciò è indispensabile alle finalità istituzionali dei servizi. Queste condotte illecite devono essere autorizzate dal presidente del Consiglio o dall’Autorità delegata. Ma ci sono reati che uno 007 può compiere: quelli che “mettono in pericolo la vita, l’integrità fisica, la personalità individuale, la libertà personale, la libertà morale, la salute, l’incolumità di una o più persone”. E ci sono poi altri ‘paletti’ che ora si vorrebbero eliminare, consentendo così, ad esempio, ad un agente segreto sotto copertura di rispondere col nome falso in caso di procedimento avviato nei suoi confronti, in modo da poter mantenere la copertura stessa. E, in caso, deve anche poter andare in carcere, cosa che oggi è proibita.
Queste nuove “speciali cause di giustificazione” dovranno esse introdotte solo nelle operazioni antiterrorismo. Oltre all’aspetto normativo, c’è poi quello economico. Contro le nuove modalità con cui si esprime il terrorismo jihadista va potenziato sia il cosiddetto ‘Humint’ (human inteligence, cioè il personale dei servizi in campo), sia il ‘Sigint (Signals intelligence, cioè a ricerca di notizie di interesse per la sicurezza originate da emissioni elettromagnetiche). Nel primo caso si punta ad assumere personale specializzato ad esempio in alcune lingue ‘nuove’, economia, informatica, ecc. Nel secondo caso l’obiettivo è dotarsi delle costose attrezzature informatiche e tecnologiche che consentono un più incisivo controllo e contrasto al cyber-terrorismo. Il bilancio dell’americana Nsa è di 8 miliardi di dollari. Cifre inarrivabili. Per l’Italia è comunque necessario acquistare software, programmi e macchinari al passo con questi tempi che richiedono ai fini della sicurezza la possibilità di fare più controlli – e mirati – su quanto viaggia sul web e attraverso gli altri sistemi di telecomunicazione.