E’ stato pubblicato ieri dalla Commissione intelligence del Senato statunitense l’executive summary del rapporto finale dell’inchiesta sul programma di detenzione e sulle tecniche di interrogatorio della CIA, nel periodo successivo all’11 settembre 2001.
Sono state rese pubbliche le sole conclusioni (circa 640 pagine) e non il rapporto nella sua interezza (circa 6.700 pagine) che rimane riservato. L’inchiesta è partita cinque anni fa, si è conclusa nel 2012 e copre il periodo di tempo che va, per l’appunto, dal 2001 al 2009.
Dal documento emergono evidenti responsabilità dell’agenzia di intelligence strategica riguardo a gravi abusi connessi ai danni di prigionieri. Peraltro, come viene evidenziato da Dianne Feinstein, vigorosa chairman della Commissione, prima del 2001 la stessa CIA, sulla base delle esperienze negative maturate nel passato, considerava inutili le torture perchè non idonee a fornire “intelligence”. Tale approccio cambia in conseguenza dello choc dell’11 settembre.
Secondo le conclusioni del rapporto, però, le tecniche di interrogatorio adoperate dalla CIA sui detenuti non hanno prodotto informazioni utili e non hanno convinto i soggetti interrogati a cooperare. In sostanza, sono state inutili (qui per un parere contrario).
Non solo. Secondo la Commissione del Senato la CIA ha nascosto informazioni, o ne ha fornite di false, sia al proprio Ispettore Generale che al Senato ed alla stessa Casa Bianca ed al Consiglio di Sicurezza Nazionale.
Inutile dire che ci sarebbe molto da riflettere (ed in effetti negli States molto si è già riflettuto) sulla reale efficacia della “militarizzazione” della CIA negli anni della lotta ad Al Qaeda. In tal senso sarebbe auspicabile che, pur emendato, fosse reso pubblico l’intero rapporto della commissione senatoriale.