Dal Corriere.it:
Tank e truppe russe in Ucraina
Kiev: «Pronti a combattere»
La Nato conferma l’ingresso nell’Est del Paese di colonne di mezzi militari russiSale il rischio di una nuova escalation del conflitto nell’est ucraino, dopo che la Nato ha confermato che martedì e mercoledì sono entrate nel paese colonne con mezzi e militari russi. Mosca nega, ma Kiev ha annunciato che si prepara a combattere. La diplomazia si è rimessa in moto rapidamente per scongiurare il peggio. Il ministro degli Esteri italiano Paolo Gentiloni ha telefonato in serata al suo collega russo Serghiei Lavrov, mentre il Consiglio di sicurezza dell’Onu – dove la Russia ha potere di veto – è stato chiamato a riunirsi d’urgenza per discutere della crisi ed ascoltare i rappresentanti dell’Osce, incaricati di monitorare l’applicazione della tregua prevista dagli accordi di Minsk del 5 settembre scorso.
La crisi al G20
Il presidente Petro Poroshenko ha comunicato alla Cancelliera Angela Merkel, che ha sentito mercoledì per telefono, che l’arrivo di nuove armi e militari dalla Russia è la prova che i separatisti hanno abbandonato l’accordo per il cessate il fuoco sottoscritto a Minsk lo scorso cinque settembre. Merkel ha assicurato a Poroshenko che la crisi in Ucraina sarà il tema principale di discussione al G20 di Brisbane, in Australia, a cui, questo fine settimana, prenderà parte anche il presidente russo Vladimir Putin. Infatti lunedì prossimo la Ue riesamina il capitolo sanzioni ma nel week-end Putin e Obama dovrebbero rivedersi in Australia (dopo il breve incontro al vertice Apec di Pechino) per discutere il dossier ucraino insieme a quello siriano e iraniano.
Bombardamenti
La tregua intanto si mostra sempre più fragile, come confermano i bilanci quotidiani delle vittime (anche civili) e l’intensificarsi dei bombardamenti a Donetsk, roccaforte dei separatisti filorussi, ora anche dal centro verso l’aeroporto controllato dall’esercito. Il segretario generale dell’Osce, Lamberto Zannier, ammonisce anche che l’afflusso di armi pesanti nelle zone ribelli rilevato negli ultimi giorni potrebbe «portare ad un conflitto più aperto». Timori condivisi anche dal ministro degli Esteri tedesco, Frank-Walter Steinmeier, secondo cui «i separatisti si preparano a scontri violenti importanti».
Onu
«Siamo profondamente preoccupati per la possibilità di un ritorno di combattimenti su larga scala», ha affermato l’assistente segretario generale Onu Jens Anders Toyberg-Frandzen nel corso di una riunione di emergenza del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. La convocazione è stata richiesta dagli Stati Uniti, dopo che la Nato ha confermato lo sconfinamento nell’Est dell’Ucraina di carri armati russi, artiglieria e truppe. Più di 930mila persone sono state costrette ad abbandonare le proprie case per i combattimenti e l’Onu ha messo in guardia sul fatto che «il numero potrebbe aumentare in modo esponenziale», con un’escalation delle violenze. «In alternativa, il conflitto può cuocere a fuoco lento così per mesi, con sporadiche battaglie di basso livello, segnate da periodi di aumenti di ostilità e vittime», ha spiegato ancora Toyberg-Frandzen. Entrambi gli scenari delineati significano una «catastrofe per l’Ucraina», ha aggiunto. Si tratta della 26esima riunione del Consiglio di sicurezza sulla crisi nell’ex repubblica sovietica. I 15 membri non hanno in programma di adottare una risoluzione di condanna nei confronti della Russia, che ha diritto di veto all’Onu.