Da Libero di ieri, l’estratto di un articolo scritto da Gianandrea Gaiani:
Tutti fuggono dalla Libia ma gli italiani restano e rafforzano il dispositivo militare a difesa dell’ambasciata a Tripoli. Il vicepresidente del Copasir, Giuseppe Esposito, ha annunciato ieri l’invio di altri militari a difesa dell’ambasciata ma in realtà fonti ben informate riferiscono che un reparto di carabinieri paracadutisti richiesto dalla Farnesina giungerà a Tripoli il 7 agosto con un volo che atterrerà all’aeroporto militare di Mitiga, utilizzato oramai da tutto il traffico aereo poichè lo scalo civile è semidistrutto dai combattimenti tra le milizie di Zintan e Misurata. […]
Ieri il premier Matteo Renzi ha riunito i vertici militari e dell’intelligence con i quali avrebbe discusso dei piani già messi a punto dallo Stato maggiore difesa, continuamente aggiornati, che coinvolgerebbero forze terrestri, aeree e navali.
Anche sul piano politico un intervento militare italiano nella nostra ex colonia non è più un tabù dopo l’intervista al Corriere della Sera del presidente della commissione Difesa del Senato, Nicola Latorre (Pd). “Serve un intervento sotto l’egida dell’Onu. Una presenza militare vera che, tra l’altro risponderebbe a una domanda di aiuto che da quel Paese è già arrivata. Una presenza in cui l’Italia potrebbe, anzi dovrebbe, avere il ruolo di guida”. Latorre si è spinto a valutare anche la tempistica dell’intervento che si sta configurando. “Se il Consiglio di sicurezza dell’Onu si riunisce ad agosto alla sua riunione del 4 e 5 settembre il vertice della Nato potrebbe decidere eventualmente su come contribuire a questa missione”.
Il precipitare della guerra civile potrebbe però richiedere un intervento in tempi più celeri e di un’azione militare devono aver parlato anche Renzi e il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi nell’incontro del Cairo di sabato scorso. Della delegazione italiana faceva parte anche il direttore dell’Agenzia d’informazione e sicurezza esterna (AISE), Alberto Manenti, che nella sua carriera all’intelligence ha prestato servizio a lungo proprio in Libia. Un’intesa tra Roma e Il Cairo appare del resto inevitabile non solo perchè USA ed Europa sembrano disinteressarsi di quanto avviene a Tripoli e Bengasi ma perchè Italia ed Egitto sono i Paesi che subiscono direttamente gli effetti del tracollo della Libia e quelli che hanno più da temere dalla vittoria delle forze islamiste. […]
Un intervento militare dell’Egitto, che dispone delle forze armate più potenti di Africa e Medio Oriente, punterebbe a liberare la Cirenaica dalle milizie qaediste di Ansar al-Sharia alleatesi con i Fratelli Musulmani. […]