… che si è svolta ieri e nella quale si è discusso anche del prossimo Libro Bianco della Difesa, dal Corriere della Sera:
Riunione del Consiglio Supremo di Difesa mercoledì al Quirinale, presieduta da Giorgio Napolitano. Al tavolo c’erano il ministro degli Esteri Mogherini, quello degli Interni Alfano, quello della Difesa Pinotti, il Capo di Stato Maggiore della Difesa Luigi Binelli Mantelli e il premier Renzi, insieme a Padoan, titolare dell’Economia, e alla Guidi, titolare dello sviluppo economico. L’incontro era teso ad analizzare gli sviluppi della situazione internazionale e delle situazioni più tese in Europa e nel mondo. La crisi ucraina, la crescente instabilità della Libia, il crescere dell’estremismo islamico nell’Africa sub-sahariana, le offensive jihadista sunnita in Iraq e Siria potrebbero determinare mutamenti radicali per la sicurezza dell’Europa e dell’Italia. In questa situazione anche le forze di difesa italiane ed europee vanno profondamente rinnovate e integrate.
Il Consiglio Supremo di Difesa in un’ottica di potenziamento delle strutture interforze italiane «ha espresso pieno sostegno alle Linee Guida per l’elaborazione del Libro Bianco per la Difesa e della strategia evolutiva delle Forze Armate sull’orizzonte dei prossimi 15 anni, presentate dal ministro Pinotti nel corso della riunione». Nel Libro Bianco si ribadisce «la fondamentale importanza di una difesa collettiva pronta e funzionale. L’Italia si farà pertanto promotrice di nuove forme di integrazione militare nell’ambito della Common Security and Defence Policy dell’Unione Europea, attraverso concrete iniziative operative capaci di aggregare gruppi di Stati membri che condividono obiettivi nazionali qualificanti in materia di sicurezza e difesa, secondo le modalità di cooperazione strutturata a composizione variabile previste dai Trattati, e di generare progressivamente tra di essi un crescente grado di interdipendenza».
Sul problema delle risorse, nel comunicato del Quirinale si legge ancora che «Per una riforma delle Forze Armate utile al Paese, resta centrale il problema delle risorse che, pur nella ricerca di ogni possibile efficienza ed economicità, non dovranno comunque scendere al di sotto di livelli minimi invalicabili».