Un articolo di Maurizio Molinari, capitatomi per caso sotto mano, mi serve giusto per introdurre il prossimo post, sempre sul tema “cyber-mf“:
È la più numerosa unità dell’esercito israeliano ma il nome del comandante è segreto, ha la base in un’installazione del Negev di cui esistono poche immagini, combatte la guerra cibernetica e sforna tycoon dell’hi-tech: stiamo parlando della task force 8200, l’equivalente della National Security Agency (Nsa) americana, da cui proviene un numero crescente di Ceo degli start up protagonisti del boom digitale dello Stato ebraico.
Creata in maniera rudimentale nel 1952, grazie ad alcune attrezzature che avanzavano all’esercito americano, l’«unità per la raccolta dati» dell’intelligence israeliana resta un segreto fino al 2010 quando Amos Yadlin, capo dei servizi segreti militari, ne svela l’esistenza in anticipo di qualche mese sulle ammissioni iraniane sui virus Stuxnet e Stars che aggrediscono gli impianti nucleari di Teheran causando gravi danni e ritardi che saranno attribuiti dal «New York Time» alla cooperazione fra Nsa e unità 8200. Da quel momento le informazioni filtrano con il contagocce: la base di 8200 si trova nel deserto del Negev, i suoi compiti sono protezione dagli attacchi cibernetici, blitz digitali contro i nemici e raccolta di megadati.
Da qui la curiosità per la moltiplicazione dei veterani che si affermano nel settore dell’hi-tech, le cui esportazioni annuali ammontano a 25 miliardi di dollari ovvero un quarto del totale. Si tratta di un universo di oltre cinquemila aziende e circa 230 mila dipendenti fra i quali spiccano nomi come quello di Yair Cohen, l’ex generale che è stato comandante dell’unità 8200 e ora guida l’intelligence cibernetica di Elbit System, uno dei giganti della Difesa.
Fra i suoi ex commilitoni ci sono Yehuda e Zonhar Zisapel, che hanno creato e venduto dozzine di start up per centinaia di milioni di dollari, così come Aharon Zeevi Farkash, anch’egli ex capo della 8200, che lasciata la divisa ha fondato Fts21, lo start up mirato a seguire i gusti degli adolescenti. Yossi Vardi, che creò nel 1969 la prima azienda di software in Israele, afferma che «l’unità 8200 ha creato più milionari nell’hi-tech di qualsiasi università israeliana». Aziende digitali come Nice, Converse e Check Point sono state fondate da veterani della 8200 grazie all’esperienza maturata nella gestione della più avveniristica tecnologia. I giganti globali cercano di assicurarsi prodotti e cervelli frutto dell’unità 8200, come ha fatto Ibm acquistando per oltre 800 milioni di dollari Trusteer, un provider di cybersicurezza cloud per istituzioni finanziarie.
Il segreto di Trusteer è un software capace di identificare sofisticate minacce alla sicurezza consentendo alla clientela di operare in maniera analoga alla protezione delle infrastrutture strategiche – trasporti, energia e banche – dal cyberterrorismo. Micky Boodaei, ceo di Trusteer, riconosce all’unità 8200 di essere divenuta un «incubatore di start up di qualità» e per Farkas ciò si spiega con il fatto che «il modello organizzativo dell’intelligence cibernetica incoraggia a pensare con la propria testa, innovando in continuazione».
Per Yuval Diskin, ex capo della sicurezza interna di Israele, «la necessità di sviluppare la cybersicurezza nasce dal fatto che non ci possiamo permettere di aspettare il domani in quanto le minacce più sofisticate battono alle nostre porte». E le potenzialità cibernetiche «rientrano nella dottrina militare israeliana – conclude – basata su attacchi preventivi e tentare di combattere in territorio nemico».