Stefano Silvestri, Presidente dell’Istituto Affari Internazionali, prendendo spunto dalla pessima gestione del caso dei nostri Marò evidenzia i limiti del processo decisionale di vertice del nostro governo e la conseguente necessità di una sua ristrutturazione che non può non passare anche attraverso l’istituzione di un consiglio di sicurezza nazionale:
[…] Benché il Presidente del Consiglio abbia la responsabilità di assicurare la linea politica del Governo, egli non è un Primo Ministro come in Gran Bretagna né ha i poteri del Cancelliere in Germania. La sua preminenza sui singoli ministri (le cui competenze sono definite e garantite per legge) è assicurata solo quando si esprime a nome del Consiglio. Nello stesso tempo, giorno per giorno, i singoli atti governativi, vengono in realtà preparati e decisi autonomamente dai singoli ministri, e dipende solo da loro decidere chi consultare e quando.
Il ruolo della Presidenza del Consiglio si è leggermente rafforzato nel tempo, sia con atti legislativi, sia (più sostanzialmente) per il ruolo crescente che il Presidente gioca in campo internazionale e all’interno dell’Unione Europea (come si desume anche dalle competenze che vengono man mano attribuite a cosiddetti ministri senza Portafoglio, cioè direttamente collegati alla Presidenza stessa). Ma il sistema resta farraginoso ed esposto ad errori e contraddizioni, in particolare quando (come in questo caso) il Presidente non è il leader indiscusso della maggioranza di governo (e non può quindi compensare la sua debolezza istituzionale con la sua forza politica).
Esistono metodi e procedure che potrebbero ovviare in larga parte a questa debolezza strutturale del Governo, ma essi non sono mai stati realmente adottati (salvo un paio di parziali tentativi rapidamente dimenticati, come accadde ad esempio durante un ormai lontano Governo Spadolini).
Si tratta di creare un sistema continuo di circolazione delle informazioni all’interno del Governo attraverso lo snodo istituzionale della Presidenza del Consiglio, in modo che il Presidente sia sempre informato in tempo reale dei comportamenti e delle scelte dei singoli Ministri e allo stesso tempo abbia a sua disposizione una struttura in grado di analizzarne le conseguenze, presentare eventuali ipotesi alternative o correttive e capace di intervenire subito per indirizzare le scelte stesse e controllarne l’attuazione.
Una tale struttura equivale in qualche misura al Consiglio per la Sicurezza Nazionale esistente negli Usa, ma presente sotto varie forme e con diverse competenze in molti altri Paesi, è situata presso la Presidenza e si avvale di strutture tecniche adeguate, quali una Sala Situazione e una Sala Operativa che, nel nostro caso, dovrebbero coincidere con il segretariato del Consiglio dei Ministri.
Non è chiaro perché una simile struttura non sia mai stata creata in Italia, al di là della volontà dei singoli dicasteri di garantirsi il margine massimo di autonomia di decisione e della sottovalutazione che quasi tutti i Presidenti del Consiglio hanno dimostrato dei benefici di un corretto e funzionante sistema informativo e decisionale. Il risultato però può a volte essere veramente deprimente, ed umiliante per il Paese.