Un articolo del Sole 24 ore ripropone il tema, molto delicato, della debolezza strutturale del nostro Sistema-Paese e delle sue vulnerabilità:
[…] Secondo gli osservatori, le mire straniere sugli asset strategici si faranno più forti e insistenti. Americani, inglesi, francesi e tedeschi. Come minimo.
Torna dunque di attualità un’ampia relazione dei nostri servizi d’intelligence sulla minaccia alle proprietà italiane delle nostre imprese (si veda Il Sole 24 Ore del 7 dicembre 2012). Un report che traccia le azioni in atto da parte di multinazionali estere per acquisire quote di capitale, se non la proprietà, di aziende italiane. Sono almeno otto le filiere produttive che catalizzano interessi internazionali, di cui alcune in settori strategici.
È in ballo il settore energetico da parte di operatori e fondi esteri nel nostro mercato del gas e dell’elettricità. Quello farmaceutico, con tentativi di acquisizione per sottrarre il know-how italiano. L’alta moda, per conquistare marchi storici. Le infrastrutture: l’obiettivo dei gruppi esteri è di ottenere concessioni demaniali nei porti del Sud Italia. Il comparto industriale e delle energie bio-rinnovabili, infine. Ma sotto tiro ci sono anche le imprese del settore assicurativo, bancario e della difesa.
Quel report, allora, lo diceva con chiarezza: su Finmeccanica ci sono soprattutto interessi francesi e tedeschi. Ma dopo gli eventi giudiziari degli ultimi giorni, traumatici anche sul piano internazionale, il quadro sta cambiando a grande velocità.[…]
Del resto la crisi di liquidità delle imprese italiane non potrebbe che trarre giovamento dall’iniezione di capitali freschi. Il punto cruciale, però, è comprendere se i fondi in arrivo dai Paesi stranieri hanno connotati ostili. Se intendono, per esempio, minacciare o alterare gli equilibri nazionali di alcuni settori se non addirittura «svuotare» imprese italiane strategiche.