Il primo gennaio ha iniziato le sue attività il nuovo centro per il contrasto ai crimini informatici dell’Europol (qui la sua strategia).
I miei personali auguri al nuovo nato.
Qui di seguito l’articolo di Gabriele De Palma sul Corriere.it
È nato sottotraccia, quasi in incognito come si conviene alle forze speciali di sicurezza. Eppure il nuovo centro europeo contro il cybercrimine, che ha mosso i primi passi già con l’inizio dell’anno nuovo e venerdì 11 gennaio ha inaugurato ufficialmente la sede, sarà uno dei punti nevralgici dove si combatterà la guerra digitale. L’European CyberCrime Center (o EC3) è l’arma di difesa che l’Unione mette in campo contro i reati a mezzo internet, sia che si tratti di malware destinato agli utenti sia di operazioni ben più sofisticate e massive che mirano a mandare in tilt siti web di istituzioni e banche o a rubare dati sensibili o scambiarsi comunicazioni criminali. La sensibilità della Commissione europea in materia di cybersicurezza era peraltro stata rimarcata in più di un’occasione, ultima delle quali l’introduzione della sicurezza informatica tra le nuove priorità enunciate da Neelie Kroes, commissario per l’Agenda digitale prima di Natale.
L’EC3 è costituito da 43 esperti di sicurezza che si occuperanno di presidiare la rete per difendere gli interessi degli utenti (privati o pubbliche istituzioni) e per sgominare associazioni criminali che si avvalgono di metodi di anonimizzazione e cifratura per comunicare liberamente online senza essere intercettati. A coordinare il lavoro della polizia informatica è Troels Orting, già a capo della polizia danese e con una lunga esperienza nell’unità anticrimine tecnologico. La sede è la stessa dell’Europol, a l’Aia, e anche il budget a cui attingerà i fondi per il 2013 è il medesimo della polizia europea: 7 milioni dei circa 80 a disposizione dell’Europol. In tempi di crisi economica non sarebbe stato semplice reperire nuovi fondi, ma l’impegno della Commissione ha permesso che l’EC3 venisse realizzato col budget di Europol, e l’obiettivo per il futuro è aumentare i soldi a disposizione.
Al momento la nuova squadra di esperti lavora in una Cyber Innovation Room che sarà una parte del nuovo Laboratorio in fase di costruzione. A disposizione dei poliziotti della rete anche una sandbox dedicata, e cioè un ambiente digitale in cui eseguire test sul software malevolo (malware) e dove provare tutte le vulnerabilità dei programmi, in particolare quelli per smartphone. L’EC3 collaborerà non solo con le unità anticrimine informatico dei Paesi membri Ue, con alcune istituzioni comunitarie come l’Agenzia europea per la sicurezza delle reti e delle informazioni (Enisa), L’European College Police ed Eurojust. Le alleanza dell’EC3 non si limitano però al vecchio continente: rapporti ottimi – assicura Orting – anche con l’Fbi, i servizi segreti statunitensi, alcune grandi aziende specializzate in sicurezza come Microsoft, Google, Symantec e McAfee e i principali sistemi di pagamento online come VISA, MasterCard e Paypal. Insomma le schiere dei “buoni” si infittiscono di personaggi che fanno sistema, ma i nemici restano tanti e sono molto agguerriti come puntualizza Orting: “Speriamo che sia sufficiente, ma nel cyberspazio niente è sicuro al cento per cento, e dobbiamo essere pronti a fronteggiare questa realtà”.