E’ stata presentata poche settimane fa, a Roma, una ricerca sul mondo dei think tank italiani. Si tratta, per quello che ho potuto capire, di un censimento realizzato dall’Università La Sapienza e coordinato da Mattia Diletti, già autore di un bel libro e di diverse ricerche sull’argomento.
Il quadro che emerge dalla ricerca sui 105 think tank censiti è, a mio avviso, non confortante benché appaia in tendenziale miglioramento.
Ecco, in particolare, i punti che suscitano in me qualche perplessità:
Dimensioni scarse (con qualche gigante); internazionalizzazione a intermittenza; poca ricerca di impatto pubblico; autoreferenzialità del sistema delle relazioni; i think tank inseguono l’agenda, piuttosto che cercare di definirla; la dimensione valoriale e di espressione cultura politica è, spesso, eccessivamente cangiante (un sistema “pret-a-porter” di valori e idee); incapacità di “fare sistema” e frammentazione; scarsità degli investimenti; “revolving doors” con le istituzioni ancora molto debole.
Presentazione – I Think Tank in Italia by Silendo
Sulle strategie adottate dai think tank per la costruzione dell’agenda segnalo anche queste slides di Davide Bennato, docente dell’Università di Catania.
Processi digitali di Agenda Building – Think Tank – Sisp 2012