Un articolo di Marco Ludovico sul Sole 24 Ore:
È una partita a scacchi con livello di difficoltà 10. Un confronto, non sconfinato per ora nello scontro, tra poteri politici e istituzionali, per rilanciare il nostro sistema di sicurezza.
Dopo il blitz degli inglesi in Nigeria costato la vita a Franco Lamolinara il dibattito, già tornato d’attualità dopo la prima audizione del premier Monti al Copasir il 22 febbraio, si è fatto intenso, quasi febbrile. Le sfide sono almeno tre. Rivedere l’architettura dei servizi segreti per raggiungere e garantire efficienze operative all’altezza della posizione che l’Italia si sta riconquistando in Europa. Considerare l’ipotesi della nomina di un sottosegretario con delega all’intelligence. Valutare alle scadenze la conferma o meno degli attuali vertici.
L’ultima, la questione più ghiotta, al momento non è nell’agenda di palazzo Chigi. Certo, a maggio terminano gli incarichi del generale Giorgio Piccirillo, direttore dell’Aisi, e del prefetto Gianni De Gennaro, numero uno del Dis. Senza dimenticare che in quel periodo scade anche il comandante generale della Guardia di Finanza, Nino Di Paolo, ed è in ballo la poltrona di Cesare Patrone, capo della Forestale, in fase di prorogatio (è stato nominato nel 2004). L’ultima, la questione più ghiotta, al momento non è nell’agenda di palazzo Chigi. Certo, a maggio terminano gli incarichi del generale Giorgio Piccirillo, direttore dell’Aisi, e del prefetto Gianni De Gennaro, numero uno del Dis. Senza dimenticare che in quel periodo scade anche il comandante generale della Guardia di Finanza, Nino Di Paolo, ed è in ballo la poltrona di Cesare Patrone, capo della Forestale, in fase di prorogatio (è stato nominato nel 2004).
La necessità di snellire le strutture di Aisi e Aise, magari con un aggiornamento e un restyling della legge di riforma dei servizi, è ormai auspicata da tutti. Vanno precisati, per esempio, i rapporti del servizio esterno (Aise) con il ministro degli Affari Esteri, Giulio Terzi, e della Difesa, Giampaolo Di Paola; così come quelli del servizio interno (Aisi) con il titolare dell’Interno, Anna Maria Cancellieri. Ma la suggestione del «servizio unico» per ora resta tale. Concreto, semmai, è un percorso di spending review annunciato da Monti al Copasir: il prefetto De Gennaro è impegnato anche su questo fronte e il rapporto tra il presidente del Consiglio e il direttore del Dis è ormai frequente, costante e dettagliato, all’interno delle rispettive competenze definite dalla legge n. 124.
Poi bisognerà vedere se un’altra suggestione, quella di una nuova figura istituzionale, il «Consigliere per la sicurezza» del presidente del Consiglio, prenderà corpo*. Intanto, un fatto è certo: Monti non intende rinunciare alla delega sui servizi. Sarebbe in effetti strano il contrario, dopo l’attenzione profonda e convinta manifestata dal premier sulla materia. Di più: oggi una scelta del genere sarebbe un’ammissione di difficoltà mentre palazzo Chigi, al contrario, non si sente affatto in tale condizione. E nonostante le pulsioni a destra e sinistra non siano del tutto finite, già ieri al Copasir si diceva che il tema della nomina di un sottosegretario ad hoc si stava affievolendo e comunque non avrebbe trovato sbocco.
* Mi domando: a cosa dovrebbe servire, realmente, un consigliere per la sicurezza? In cosa sarebbe differente, nell’attuale Sistema, all’Autorità delegata?
Direi che sarebbe meglio incidere sull’organizzazione del Sistema e del vertice decisionale.