Premessa: da un paio di mesi ho intenzione di segnalare un utilissimo documento. Uno dei migliori nel suo genere.
Il report, dal titolo "Confronting an Uncertain Threat: the Future of Al Qaeda and Associated Movements", è il prodotto finale di un articolato programma di studio del Center for Strategic and International Studies denominato AQAM Future Project durato oltre un anno e finanziato sia dal Dipartimento della Difesa statunitense che, udite udite, dal National Security Coordination Segretariat di Singapore.
Scopo della ricerca era quello di fornire al decision-maker la necessaria prospettiva analitica per la pianificazione di efficaci strategie di medio-lungo termine per il contrasto al network qaedista.
Scrivono gli autori nell'introduzione: "(…) the need to focus on today's exigencies – combined with officials' limited resoruces for alternative and long-range planning – means that governments ten to pursue reactive, rather than anticipatory, policies and strategies vis-à-vis terrorism. Containing – if not defeating – AQAM will require that policymakers and practitioners shape a global environments that is inhospitable to terrorism. Doing this, in turn, necessitates a better understanding of where and how future AQAM threats are likely to emerge. This report seeks to help fill this need for anticipatory knowledge and assist in the development of improved counterterrorism policies and strategy".
Si tratta quindi di uno studio previsionale (orizzonte temporale al 2025) che, individuando tendenze di sviluppo e disegnando scenari, mira ad elevare il livello di conoscenza del governo statunitense riguardo alle future linee evolutive del movimento terrorista. Una conoscenza prospettica che, spesso, e non solo negli Stati Uniti, il decisore fatica a sviluppare autonomamente. Ciò anche a causa della complessità tipica dell'analisi previsionale.
L'esemplarità dello studio, nonchè il motivo principale per il quale lo segnalo, deriva però dalla raffinata metodologia impiegata. Una metodologia che ricorda, su scala ridotta, la procedura che è stata alla base del progetto "Global Trends 2025" del National Intelligence Council.
Innanzitutto, il team di ricerca è stato affiancato in tutta la sua attività da un gruppo di consulenti denominato SAG (Senior Advisory Group) e composto da docenti e ricercatori internazionali, esperti e professionisti del contro-terrorismo. Juan Zarate, Scott Atran, Peter Bergen, Rohan Gunaratna, Yeong Gah Hou, Colin Koh, Jean-Pierre Filiu, Kenneth Knight, Stephen Kappes solo per citarne alcuni.
L'attività di ricerca è iniziata con una valutazione di base (baseline assessment) riversata in un documento pubblicato dal CSIS a febbraio di quest'anno: "A Threat Transformed: Al Qaeda and Associated Movements in 2011".
Successivamente il gruppo di lavoro ha sviluppato case studies sui principali gruppi della rete qaedista, alcuni dei quali pubblicati in reports monografici: Al Qaeda in Iraq, Al Shabaab, Al Qaeda nella Penisola araba, Al Qaeda nel Maghreb islamico. Questi studi sono serviti per identificare i fattori chiave nello sviluppo del network (l'elenco è contenuto a pag. IX). Fattori che poi sono stati utilizzati per elaborare gli scenari finali.
Contemporaneamente ai case studies il team ha condotto ricerche sul campo (in Marocco, Egitto, Tanzania, Kenya, Etiopia, Regno Unito, Norvegia, Francia, Russica, Tajikistan, Cina,Tailandia, Singapore e Bangladesh) intervistando esperti locali, funzionari pubblici, religiosi e giornalisti.
Le informazioni così acquisite sono state infine adoperate nel report finale per disegnare cinque scenari alternativi per il network qaedista nel 2025:
– la rinascita di Al Qaeda come gruppo leader del movimento estremista
– il network qaedista come movimento composto da una costellazione di gruppi e privo di una leadership
– il network qaedista come insieme di gruppi piccolissimi e/o di "cani sciolti" (lone wolves)
– la consolidazione del movimento in vero e proprio attore statuale
– il collasso definitivo del movimento.
Nel rispetto delle migliori tecniche scenaristiche i ricercatori del CSIS hanno individuato per ognuno degli scenari i fattori chiave e da questi sono state elaborate liste di indicatori per monitorare l'evoluzione di Al Qaeda individuando le linee di sviluppo (e quindi anche le strategie di contrasto).
Insomma, uno studio completo e ben finanziato, sviluppato con tecniche strutturate da un gruppo di esperti internazionali, con l'obiettivo di essere "actionable" e cioè realmente funzionale per il decisore.
Una mission che dovrebbe caratterizzare l'attività di tutti i think-tanks del settore.