Puntualmente, allo sfaldamento di un regime, risuona l'allarme per la diffusione incontrollata di armamenti.
Da Linkiesta:
"(…) in tema di traffico di armi arrivano le prime allarmanti conferme della preoccupazione Usa riguardo agli arsenali chimici e no di Muammar Gheddafi. L’intelligence americana infatti ha le prove che alcuni dei missili di contrarea SA-7 di fabbricazione sovietica scomparsi dagli arsenali libici si trovino in vendita sul mercato nero in Mali, paese africano che è uno dei territori dove opera al Qaeda nel Maghreb. Per scongiurare la possibilità che questi missili ed altre armi vengano acquistate dai terroristi, gli Stati Uniti potrebbero comprarle loro direttamente sul mercato nero".
Da La Stampa:
"La sorveglianza delle armi chimiche, stimate dagli americani in centinaia di tonnellate di gas mostarda, avviene con satelliti e droni perché l'intelligence sa da tempo dove Gheddafi le conserva. Lo stesso vale per le 1100 tonnellate di concentrato di uranio «yellowcake». I negoziati condotti sulla loro consegna o distruzione, che il colonnello è sempre riuscito a rimandare, hanno consentito di sapere dove sono. In questo caso la preoccupazione di Washington è sulla possibilità che gruppi lealisti possano prelevare i gas nocivi per lanciare attacchi contro i civili.
Se il Pentagono afferma che «yellowcake e armi chimiche sono al sicuro» è perché non sono stati osservati movimenti sospetti nelle vicinanze ma fino a quando le forze ribelli non riusciranno a raggiungerli il pericolo resterà. Ultimo, ma non per importanza, è il rischio che gli arsenali di armi convenzionali, disseminati in più località, possano servire per alimentare la guerriglia oppure per armare gruppi pronti a pagare in contanti, consentendo a Gheddafi di continuare ad avere ingenti entrate. La rete di questi depositi è stata creata da Gheddafi a sostegno di guerriglie ed eserciti stranieri, soprattutto africani, e Washington teme che possano diventare predadichiunque, a cominciare dai gruppi jihadisti.
Tutto ciò spiega perché intelligence e Pentagono sono impegnati in una corsa contro il tempo per neutralizzare Gheddafi e scongiurare i rischi portati da armi convenzionali e non. «Ma c'è un altro scenario da considerare – conclude una fonte militare – la possibilità che lealisti oramai slegati da Gheddafi si impossessino di tali armi per giocare in proprio»"