Riprendo da 2+2, blog del Foglio.
"E’ un interrogativo molto “di scuola”, e anche gli analisti di Fitch – l’agenzia di rating che oggi ha mandato agli abbonati uno stress test su un possibile rallentamento dell’economia cinese – scrivono che in realtà Pechino va benissimo, che il pil 2010 è previsto in crescita del 9,7 per cento nel 2010 e all’8,6 per cento nel 2011. Dunque solo una simulazione, che Fitch propone insieme all’organizzazione Oxford Economics, per capire cosa succederebbe all’economia mondiale se la Cina improvvisamente rallentasse. L’esperimento prevede uno slowdown del pil cinese al 4,7 per cento nel 2011. Le conseguenze sono pesanti per tutti.
La prima a soffrire sarebbe l’Asia, con un pil che si contrarrebbe dal 7,3 per cento, mentre è atteso nel 2011 al 4,7 per cento. Colpito soprattutto il settore dei trasporti marittimi, e tra i paesi Hong Kong, Taiwan, Singapore, Corea, Malaysia e Australia, e soprattutto il settore dei trasporti. Ma subito dopo l’Asia, ad essere maggiormente colpiti sarebbero il Sudamerica (nel 2009, la Cina rappresenta il 13,2 per cento delle esportazioni del Brasile, il 22,9 per cento di quelle del Cile, il 15 per cento di quelle del Perù): e un pil in calo dal 4,2 al 3,9 per cento.
Terzo classificato, in ordine di contagio, l’Europa, che vedrebbe il pil 2011 scendere dall’1,8 per cento atteso all’1,6 per cento. Con conseguenze pesanti soprattutto su settori come quello automobilistico: primo esportatore di auto in Cina è Volkswagen. Infine gli Usa (solo quarti) con un pil che scenderebbe dal 2,5 atteso al 2,1 per cento. Colpiti in particolare le apparecchiature di precisione, l’aeronautica (pensiamo a Boeing), l’information technology. Mentre un sospiro di sollievo (perché una crisi cinese avrebbe anche qualche vantaggio) lo si avrebbe sul fronte dei prezzi dell’energia e delle materie prime (Pechino è ormai il paese più affamato). A livello mondiale, il pil complessivo scenderebbe dal 3,2 al 2,7 per cento.
Ma come si arriva al rallentamento cinese? Il dato inquietante dell’analisi di Fitch è che essa si basa su aspetti reali di quell’economia: una presunta bolla immobiliare in atto; una Borsa inquieta; la sottocapitalizzazione del settore bancario. Su questi elementi si basa il test: secondo gli analisti Fitch il mercato immobiliare è salito molto negli ultimi anni e potrebbe scendere di un 15 per cento nel primo trimestre 2011. A quel punto, molte società immobiliari fallirebbero, e le banche si troverebbero alle prese con molte “foreclosures” di privati e con sofferenze in aumento.
Qui scoppierebbe un altro bubbone dell’economia cinese, la sottocapitalizzazione delle banche, che negli ultimi anni hanno iniettato troppo denaro nel boom economico; di conseguenza, si avrebbe un credit crunch che tirerebbe il freno a mano per gli investimenti privati cinesi. Tutti questi elementi peserebbero sulla Borsa; ecco quindi l’ipotesi di un ridimensionamento pesante (meno 50 per cento) dello Shanghai Composite nella prima parte del 2011. Con conseguenti ulteriori problemi su consumi, investimenti e occupazione.
Insomma, una tempesta perfetta che porterebbe al dimezzamento del pil cinese nel prossimo anno. La buona notizia è che lo stress test prevede che la Banca Centrale cinese, ricapitalizzando le banche e mettendo in atto manovre espansive, potrebbe riportare la normalità entro il 2012 con un’economia in crescita del 7,2 per cento. L’altra buona notizia è che è solo una simulazione. Eppure, rimane comunque un’ipotesi inquietante."