Tra i documenti che hanno suscitato scalpore o perplessità sulla stampa internazionale e nazionale c'è il cablogramma contenente la direttiva Humint inviata dal Dipartimento di Stato ad alcune ambasciate.
Il Guardian, ad esempio, parla di "secret intelligence campaign targeted at the leadership of the United Nations" e di "classified directive which appears to blur the line between diplomacy and spying". Altri parlano senza mezzi termini di diplomatici trasformati in spie, ecc.
Ma è davvero così?
Innanzitutto è bene ricordare che il Dipartimento di Stato dispone da sempre, al suo interno, di una struttura di intelligence, il Bureau of Intelligence and Research (INR). Una struttura che gode fama di efficienza e che nel 2002 fu pressochè l'unica tra le Agenzie di intelligence a non sbagliare l'analisi sulle armi di distruzione di massa iraqene.
L'INR è quindi a pieno titolo una componente della vasta comunità di intelligence statunitense e le c.d. NHCDs (National Humint Collection Directives) sono il principale strumento di coordinamento della ricerca informativa all'interno di questa comunità.
Col cablogramma in questione il Dipartimento di Stato diffonde alle sue strutture periferiche la liste delle priorità strategiche e dei bisogni informativi riguardanti le Nazioni Unite. Una lista valida per tutta la comunità d'intelligence e quindi anche per il Bureau of Intelligence and Research il cui compito principale è quello di analizzare le informazioni che le sedi diplomatiche inviano.
Ciò vuol dire che i diplomatici americani si sono trasformati in spie? Non credo proprio.