Un paio di giorni fa il nostro Babbano Asimmetrico ha segnalato questa notizia pubblicata dal Sole24ore.
Gli 007 spagnoli avranno licenza anche in economia. I servizi segreti, infatti, si evolvono e al classico lavoro di intelligence sul terrorismo internazionale, l’Eta o il crimine organizzato, stanno per aggiungere una cellula specializzata nella “difesa degli interessi economici nazionali”. Nome in codice: Sie (Sistema de Inteligencia economica) che affiancherebbe il già esistente Cni (Centro nacional de Inteligencia) che fa capo alla Moncloa. Il nuovo gruppo di 007, secondo quanto informa il quotidiano Publico, vicino all’attuale Governo, sarebbe “capitanato” dall’ex alto rappresentante della politica internazionale della Ue, Javier Solana e ne farebbe parte un nutrito schieramento di esperti capaci di individuare le aree di rischio (dal riciclaggio del danaro sporco, agli attacchi speculativi), ma sopratutto di predisporre efficaci piani di prevenzione e di difesa. Temi quanto mai di attualità negli ultimi mesi, dato che il contagio di Grecia, Irlanda e Portogallo potrebbe quanto prima lambire anche la Spagna. (Mi.C.)
Alquanto incuriosito dall’ipotesi di creazione di un’agenzia di intelligence esclusivamente dedicata all’economia ho fatto qualche ricerca ed ho scoperto che:
a) nel dicembre dello scorso anno il Governo spagnolo, mantenendo un impegno preso da Zapatero nel 2008, ha nominato Javier Solana, ex Mister PESC, a capo di una commissione interministeriale incaricata di tracciare la strategia di sicurezza nazionale*, la prima nella storia della Spagna;
b) sembra che la commissione abbia concluso i suoi lavori e si appresti a sottoporre al Consiglio dei Ministri spagnolo il draft per l’approvazione finale;
c) da notizie di stampa sembrerebbe che il documento identifichi una serie di minacce alla sicurezza nazionale spagnola in un orizzonte temporale di 10 anni ma non riesco a capire se, riguardo alla sicurezza economica, il documento preveda la creazione di una nuova agenzia di intelligence economica che affianchi l’attuale CNI o piuttosto disponga la costituzione di un centro interforze all’interno di una struttura già esistente come previsto, peraltro, dallo stesso documento nel campo del terrorismo attraverso il nuovo “Centro Nacional de Coordinación Antiterrorista”. Nella prima ipotesi, la creazione di un’agenzia di intelligence economica sarebbe un’assoluta novità (ricordo male?). Ancor di più in un sistema di intelligence caratterizzato, almeno formalmente, dalla presenza di un’unica agenzia.
In attesa di sciogliere i dubbi leggendo il documento una volta che sarà pubblicato non posso nuovamente non rilevare come l’Italia sia rimasta uno dei pochi Paesi avanzati a non avere avviato un serio processo di riflessione sulle minacce, le sfide, gli obiettivi e le capacità (istituzionali e non) in materia di sicurezza e di strategia nazionale.
* L’esigenza di formalizzare una tale strategia era stata manifestata anche nella Directiva de Defensa Nacional del 2008 (qui in inglese).