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Container con esplosivo: maxi-sequestro
Intercettato nel porto di Gioia TauroREGGIO CALABRIA – Un container, all’interno del quale era nascosta una quantità molto elevata del potente esplosivo T4, è stato intercettato e sequestrato martedì sera dalla polizia nel porto di Gioia Tauro (Reggio Calabria).
MAXISEQUESTRO – L’esplosivo sequestrato – secondo quanto si appreso – sarebbe nell’ordine di alcune tonnellate (6-7, secondo indiscrezioni). Il sequestro del container, giunto in Italia dall’Iran e che avrebbe avuto come destinazione finale la Siria, è avvenuto al termine di una complessa attività investigativa, di carattere internazionale. Sulla vicenda gli investigatori non forniscono per ora particolari ma privilegiano al momento l’ipotesi di un traffico internazionale di esplosivo e non un rifornimento per la criminalità organizzata italiana. Ufficialmente il container sequestrato trasportava latte in polvere e il T4 sarebbe stato proprio nascosto tra grandi confezioni di latte.
L’ESPLOSIVO – Il ciclotrimetilene trinitramina o Rdx, meglio conosciuto come T4, è un esplosivo militare usato in quasi tutti gli eserciti del mondo. Il T4 è il maggior componente del più noto C4, in cui compaiono altri composti quali nitrocellulosa ed altri composti inerti. Gli esplosivi plastici, come il T4, hanno la capacità di ossidarsi in tempi brevissimi rilasciando un’alta quantità di energia. Il Semtex, uno degli esplosivi il cui uso è stato spesso accertato nell’esecuzione di molti attentati, è un esplosivo a base di pentrite e T4. A base di T4 sono stati confezionati anche gli ordigni utilizzati nelle stragi di mafia del 1992 e del 1993, da quelle in cui furono uccisi Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e per gli attentati di Milano, Roma e Firenze, ma anche per il disastro di Ustica e per le stragi alla stazione di Bologna e quella del Rapido 904. (Fonte Ansa)
Aggiornamento: “Gli strani traffici nel buco nero di Gioia Tauro” (La Stampa), “L’allarme di Grasso: ‘Ma l’esplosivo non era diretto qui’” (La Repubblica), “Armi, cocaina e merci contraffatte” (La Repubblica).